Acqua S.Bernardo festeggia i cento anni azzerando le emissioni di C02
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Nel quartiere Oltreferrovia, in via Gabotto a Bra, nel mese di novembre è stato inaugurato un nuovo bosco urbano in coincidenza con la Giornata nazionale dell’albero. Il Bosco di Bra porterà negli anni benefici alla cittadina cuneese: qualità dell’aria, biodiversità e uno spazio naturale rigenerante a disposizione dei cittadini. Si tratta di un’opera dall’alto valore simbolico ed effettivo, frutto di una collaborazione strategica attorno al concetto della sostenibilità avviata tra il Comune di Bra, Slow Food e Acqua S.Bernardo. Quest’ultima, in particolare, si appresta a celebrare nel 2026 i suoi cento anni di vita. L’iniziativa del Bosco di Bra fa parte di un progetto ambizioso ma già vicinissimo alla realizzazione: raggiungere, entro il prossimo anno, la neutralità carbonica nei due stabilimenti di Ormea e Garessio.
L’obiettivo: portare a zero le emissioni di CO2
«Per l’anno del centenario ci siamo dati l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2. Un traguardo ambizioso che nasce da un percorso avviato da tempo», ha spiegato a L’Unica Gianluigi Del Forno, amministratore e direttore degli impianti di S.Bernardo. Dal 2009, a Garessio è in funzione un cogeneratore alimentato dal parco eolico sul colle San Bernardo, mentre a Ormea, dove l’eolico non è applicabile, S.Bernardo utilizza un fotovoltaico da un megawatt e un cogeneratore da 500 kilowatt. «È una base solida, ma ancora insufficiente per arrivare allo zero. Per questo l’azienda compensa le emissioni residue attraverso i terreni nelle concessioni minerarie: 560 ettari di bosco e 400 di prato stabile, ecosistemi lasciati intatti perché assorbano CO2 in modo naturale. Il bosco lo fa in maniera dinamica, con la crescita degli alberi; i prati evitano che il carbonio intrappolato nel suolo venga rilasciato. La gestione di queste superfici rappresenta oggi una delle componenti più rilevanti del bilancio ambientale dell’azienda, insieme alla riduzione derivante dall’uso di energia rinnovabile e dal packaging con minore impatto».
La strategia appare vincente: l’obiettivo delle emissioni zero è praticamente già raggiunto, in anticipo sulla scadenza del centenario aziendale, e nell’occasione dell’anniversario sarà anche prodotta la relativa certificazione che nel frattempo ha visto la collaborazione del professor Gianluca Sottile dell’Università di Palermo e di Slow Food Italia.
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Il ruolo di Slow Food
Proprio l’associazione di Carlin Petrini, in questa vicenda, ha avuto un ruolo fondamentale. L’idea del Bosco di Bra sviluppata con S.Bernardo ha preso forma nel 2022 quando è stata ufficialmente annunciata in occasione di “Terra Madre”. L’azienda di acque minerali è infatti partner di Slow Food Italia dal 2020. Il Comune di Bra ha messo a disposizione 6.900 metri quadrati di terreno incolto, che è stato trasformato a spese di S.Bernardo in un bosco urbano con vialetti, essenze locali e arbusti autoctoni.
«Abbiamo seminato come si faceva una volta, prelevando i semi dai fienili e piantando specie già presenti nei nostri territori», ha detto Del Forno. Si è trattato di un intervento di riqualificazione ambientale ma anche di un gesto culturale, pensato per restituire alla città uno spazio verde che favorisca biodiversità, qualità dell’aria e benessere urbano. Slow Food ha sottolineato più volte il valore dell’iniziativa, ricordando come in Italia la media degli alberi nei centri urbani sia ancora molto bassa e come la rigenerazione del verde sia ormai una necessità, non un’opzione. «È un traguardo importante per la nostra organizzazione», ha dichiarato il vicepresidente Federico Varazi, prendendo spunto dalla Giornata nazionale degli alberi, occasione in cui il bosco è stato presentato.
Il progetto è nato a “Terra Madre”, l’evento biennale di Slow Food dedicato alla cultura del cibo e della sostenibilità, nel contesto del dopo-Covid. «Era l’anno della ripresa, della rigenerazione, tema centrale dell’evento: rigenerazione dei sistemi alimentari, dei suoli, delle comunità e, in definitiva, della vita stessa», ha aggiunto Varazi. «Siamo orgogliosi di aver contribuito alle politiche di riforestazione promosse da S.Bernardo. Questa ricorrenza nasce per ricordarci quanto gli alberi siano fondamentali: per l’ambiente, per la qualità dell’aria, per il contrasto ai cambiamenti climatici. Ma anche per il benessere delle comunità e per migliorare la qualità della vita dei cittadini, a cominciare da quelli di Bra. In un Paese che registra in media appena 24 alberi ogni cento abitanti, considerando i capoluoghi italiani, è evidente quanto sia ancora insufficiente la presenza di verde urbano nelle nostre città». Anche il sindaco di Bra, Gianni Fogliato, ha ribadito il senso dell’operazione: «Abbiamo il dovere di consegnare un ambiente più verde ai bambini della città».
La sostenibilità come elemento di forza del brand
Sul piano aziendale la sostenibilità è anche un tema di posizionamento per S.Bernardo, ma per Del Forno il punto è che l’immagine deve poggiare su dati credibili: le emissioni sono state ridotte grazie all’impiego dell’eolico, della gestione forestale, dei prati stabili, dei boschi urbani e di un packaging alternativo. La prospettiva di poter raggiungere la neutralità nel 2026, lascia aperto un margine su cui basare una successiva crescita su cui S.Bernardo conta di puntare in prospettiva.
Elena Tassone, responsabile marketing dell’azienda, ha confermato che la collaborazione con Slow Food è nata nel 2020 e, grazie allo sviluppo di alcuni progetti, porterà Acqua S.Bernardo al raggiungimento della neutralità carbonica. «Oltre al bosco urbano, stiamo attuando opere di tutela dei prati stabili che circondano le fonti di S.Bernardo e la riqualificazione di aree boschive incolte e inefficienti», ha detto Tassone. «Con l’avvicinarsi del primo centenario di attività, S.Bernardo ha scelto di ricoprire un ruolo attivo nella tutela della natura e nell’equilibrio di ogni ecosistema». La volontà, ha spiegato la responsabile marketing, è quella di «preservare la biodiversità del territorio e di voler compensare urgentemente le emissioni di CO2 attraverso pratiche sane e coscienziose. La realizzazione di questo bosco urbano rappresenta un punto di grande orgoglio e un passo fondamentale nella realizzazione della neutralità carbonica aziendale».
Raccontare l’autenticità di un’acqua minerale significa anche raccontare dove nasce. Le fonti di S.Bernardo sono sorgenti d’emergenza: l’acqua affiora naturalmente in quota, senza necessità di pompaggio o modifiche dei flussi. Un modello delicato, che richiede attenzione nella tutela delle concessioni e nel trasporto verso valle. È da questo legame con la montagna che nasce l’idea di un’azienda che investe nella conservazione degli ecosistemi e nella rigenerazione dei territori. Il Bosco di Bra è solo una delle manifestazioni più tangibili di questa visione, ma nel racconto dei primi cento anni dell’azienda rappresenta un passaggio simbolico: la sostenibilità come impegno misurabile, non come narrazione. Se la sfida della neutralità carbonica sarà il traguardo del centenario, il bosco urbano di Bra è un segnale già visibile di un approccio che supera la logica della compensazione e prova a costruire un legame più profondo tra industria e paesaggio.
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