Che cosa resterà di queste ATP Finals

Che cosa resterà di queste ATP Finals

Alessandria si racconta

Cara lettrice, caro lettore,

ti aspettiamo martedì 18 novembre per il primo evento dal vivo de L’Unica ad Alessandria! Sarà una serata speciale per conoscerci di persona e parlare insieme della città che raccontiamo ogni settimana. Il programma prevede letture tratte dalle newsletter, dialogo con l’ospite e momento conviviale finale. Sul palco ci saranno il coordinatore editoriale di L'Unica Guido Tiberga e il professore di Storia del pensiero politico Giorgio Barberis. Non mancare!

📍 Ore 18 – LaRisto, Ristorazione Sociale (Viale Milite Ignoto 1/a)
🎟️ Ingresso gratuito – i posti sono limitati!

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Forse c’è un “effetto Sinner”, o forse un “effetto ATP Finals”, o forse ancora sono entrambe le cose (più Sinner che le ATP) e tutto si deve a un grande lavoro portato avanti dalla FITP – Federazione Italiana Tennis e Padel. A Torino e in Piemonte, come nel resto d’Italia, lo “sport di racchetta” cresce, trainato dai successi sportivi in ambito internazionale e dalla promozione sul territorio. A Torino ci sono le Nitto ATP Finals, in corso fino a domenica 16 novembre all’Inalpi Arena, che saranno ancora qui nel 2026 e poi, dal 2027, chissà. Sono in città dal 2021, arrivate anche grazie al lavoro dell’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, e rappresentano uno dei principali grandi eventi di cui la città sembra aver bisogno per promuoversi a livello internazionale. Mentre l’attuale sindaco Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio stanno cercando di trattenere le ATP per i prossimi anni, il tema riguarda le ricadute: cosa lasciano le Finals sul territorio?

L’effetto Sinner sul Piemonte

Per comprendere quali ricadute sportive abbiano avuto le ATP Finals sul Piemonte, occorre prima fare un passo indietro e allargare lo sguardo. In tutta Italia, da qualche anno, il tennis sta crescendo moltissimo e sta portando con sé altri sport collegati come padel, beach tennis e, nell’ultimo anno, pickleball. Il Piemonte ha numeri molto interessanti. «Da 268 circoli affiliati nel 2021, ora ne abbiamo 309», ha spiegato a L’Unica Manuela Savini, presidente di FITP Piemonte. «Abbiamo circa 104 mila tesserati, di cui oltre 60 mila sono quelli di “racchette in classe”, progetto per le scuole che esiste da ben prima che le ATP Finals arrivassero a Torino. Le scuole di tennis, peraltro, nel 2021 erano 268 e ora sono 299». Crescita generale anche per i campi da tennis in tutto il Piemonte, passati da 804 a 837, ma il vero boom riguarda il padel, che fino a quattro anni fa si giocava su 195 campi “ufficiali” e ora ne ha a disposizione 513. Il beach tennis è passato da 12 a 28 campi e il pickleball, dal 2024 a oggi, da zero a 47 campi.

Secondo il web magazine Sport e Finanza, il tennis è oggi «il secondo sport nazionale» anche per via dei successi di Jannik Sinner, primo italiano a salire in testa alla graduatoria mondiale, ma anche Lorenzo Musetti, Jasmine Paolini o Sara Errani, senza dimenticare il torinese Lorenzo Sonego. C’è, quindi, una nuova generazione di tenniste e tennisti che si sta imponendo sul piano internazionale. Come riportato dal quotidiano Alto Adige, un’analisi dello studio Susini Group di Firenze ha rivelato che i successi di Jannik Sinner avrebbero fatto crescere il mercato tennistico italiano del 900 per cento, con un impatto stimato superiore agli 8 miliardi sull’economia nazionale. Grandi numeri che raccontano di un sistema intero in crescita grazie alle politiche promosse dalla federazione guidata da Angelo Binaghi, presidente dal 2001, e naturalmente grazie ai risultati sportivi.

Cosa fanno le istituzioni

Il lavoro, in questo momento, è indirizzato al tentativo di mantenere le Finals a Torino fino al 2030. Sarebbero dovute almeno restare in Italia, ma il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di metterci le mani e così indispettire ATP. L’ultimo decreto sullo sport ha introdotto la partecipazione della società statale Sport e Salute nella governance del torneo, contravvenendo agli accordi già presi fra federazione italiana e ATP, che garantivano l’autonomia nella gestione. Si può rinunciare all’ingresso del governo, ma questo significa rinunciare anche al cospicuo finanziamento di 100 milioni, scaricando l’intero costo organizzativo sulle casse della FITP, che è in buona salute, ma non si può permettere un esborso del genere. È il motivo per cui ATP si starebbe guardando intorno e, nelle ultime settimane, si parla con insistenza di un interesse da parte di alcuni Paesi arabi, che avrebbero molto denaro e poche pretese. Lo Russo e Cirio – quest’ultimo in prima battuta vista l’appartenenza politica alla stessa coalizione che governa il Paese – starebbero cercando una soluzione.

Intanto, come accade dal 2021, sul territorio torinese, prima e durante le Finals, fioriscono eventi per celebrare il tennis. La scorsa settimana è stato presentato il programma di Casa Tennis, ciclo di iniziative che si è incrociato anche con la settimana dell’arte e che, anno dopo anno, diventa sempre più ricco: il Comune di Torino, con l’assessore ai Grandi eventi Domenico Carretta, aveva già quadruplicato il budget immaginato dalla Giunta Appendino, portandolo a 200 mila euro. «Come istituzioni – ha detto Lo Russo alla presentazione – abbiamo creato un modello di collaborazione e capacità organizzativa, siamo certi ci darà forza per lavorare affinché le Nitto ATP Finals restino a Torino». La capacità organizzativa, peraltro vista anche in occasione di “Eurovision Song Contest” – il vecchio Eurofestival della canzone che Torino ha ospitato nel 2022 – è certamente interessante, ma cosa succederà quando – presto o tardi – le ATP lasceranno Torino?

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Un altro torneo su cui puntare: il “Challenger 175”

In questi anni, quello che probabilmente è mancato da parte delle istituzioni, è la costruzione di una alternativa sportiva strutturale alle ATP Finals in grado di raccoglierne lustro ed eredità, con le dovute proporzioni. Tuttavia, Torino ha un torneo di buon livello che si chiama “Piemonte Open Intesa Sanpaolo” (la banca è lo sponsor principale), si svolge a maggio negli spazi del Circolo della Stampa Sporting, ed è un “ATP Challenger 175”, il quinto livello dei tornei professionistici, dopo gli Slam (Wimbledon, Roland Garros, Us Open e Australian Open) e gli ATP 1000, 500 e 250.

Dal 12 al 18 maggio 2025 si è tenuta da terza edizione, vinta dal russo-kazako Aleksandr Bublik, attualmente undicesimo nel ranking mondiale e tornato a Torino per le ATP Finals come riserva. «Il torneo che ospitiamo dà continuità alle ATP Finals anche perché dobbiamo mantenere un’eredità futura, abbiamo un campo centrale da 3.000 posti che la città non deve perdere», ha detto a L’Unica Stefano Motta, vicepresidente dello Sporting con delega al tennis. «Passate le ATP Finals, dobbiamo continuare ad avere un torneo importante. Puntiamo ad avere un 250». Si tratta del punteggio in palio nel ranking per chi vince, stabilito e riconosciuto dalla federazione internazionale. Più il punteggio aumenta, più attira tennisti di livello e tutto il risalto mediatico, commerciale e sportivo conseguenti. Un torneo Challenger 175 è già di per sé molto interessante. «Abbiamo le carte in regola per poter continuare in questa direzione – ha aggiunto Motta – ma serve la volontà politica delle istituzioni e la conferma dello sponsor, senza cui il torneo non si sarebbe mai potuto fare».

«Il focus ora è trattenere le ATP ma le istituzioni devono ricordarsi che non ci sono soltanto le Finals per sostenere il panorama del tennis», ha detto a L’Unica Enrico Macii, responsabile del settore tennis del CUS Torino. «Abbiamo triplicato gli iscritti alle scuole, ora il padel ha raggiunto il suo picco e sta prendendo piede il pickleball. Torino ha giocato bene la partita delle ATP Finals, ma c’è un grande lavoro del movimento del tennis in generale. Il coinvolgimento del pubblico passa attraverso queste iniziative che hanno grande visibilità. Credo che l’effetto sarà lungo». La necessità è trovare continuità con questo sport, magari cercando – alcuni addetti ai lavori suggeriscono questa ipotesi – di portare in città la Coppa Davis, che dal 18 al 23 novembre si svolgerà a Bologna ed è stata assegnata all’Italia fino al 2027.

Entusiasmo e ricaduta economica

«Ora, nel tennis, si raccolgono i frutti del lavoro fatto dalla federazione al di là di Sinner», ha detto a L’Unica Mauro Crosio, presidente del club Amici del Fiume, tra i più rilevanti circoli remieri sul Po ad avere anche un importante settore tennis. «Il numero di giocatori italiani tra i primi cento al mondo non è mai stato così alto – ha aggiunto Crosio – e le Finals aiutano, ma è il sistema che sta funzionando. La federazione promuove progetti di divulgazione e in questo periodo verranno organizzate diverse iniziative sportive che utilizzeranno l’ambiente ATP. La cupola allestita in piazza Castello sarà utilizzata dal Comune e dalla Regione per eventi a tuttotondo, così ne beneficiano anche altri sport». Si ipotizza, intanto, di portare a Torino le finali di Europa League o di Conference League, per quanto riguarda il calcio, mentre va sottolineato il lavoro fatto sul calcio femminile e sul rugby, ma soprattutto il ciclismo: il Piemonte, nell’arco di poco più di un anno, ha ospitato tappe del Giro d’Italia, del Tour de France e della Vuelta.

Il territorio sfrutta le ATP Finals per mettersi in mostra e macina ricavi. Lo scorso anno, secondo lo studio del Boston Consulting Group, le Finals hanno generato un impatto economico sul territorio pari a 503,4 milioni di euro, oltre a 3.431 posti di lavoro. Un bilancio in crescita frutto di ben 210 mila spettatori nell’edizione 2024. È chiaro che sarà difficile trovare un’alternativa in grado di raggiungere gli stessi numeri, ma l’evento potrebbe servire per far crescere altri progetti sportivi piemontesi, che qui possono svilupparsi e, soprattutto, rimanere.

Angelo Binaghi, come riportato da Sport e Finanza, ha citato uno studio realizzato da Open Economics, sulle ricadute sociali delle ATP Finals di Torino: stimolo alla pratica sportiva, gratificazione emotiva e culturale, benefici per i turisti e per gli investitori. Le infrastrutture, soprattutto al Circolo della Stampa Sporting dove i protagonisti dell’evento si allenano, sono state migliorate, ma occorre adoperarsi affinché si continuino a utilizzare anche dopo. Fra le ipotesi, come rivelato a L’Unica dalla presidente di FITP Piemonte, si potrebbero recuperare dei campi sportivi abbandonati a Torino per metterli a disposizione della cittadinanza e intitolarli ai campioni che hanno vinto le Finals in questi ultimi anni. Da questo punto di vista, in effetti, può venire in aiuto un altro strumento realizzato dalla federazione nazionale, una convenzione con l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale: finanziamenti a tasso zero per aiutare i circoli a costruire nuovi impianti o a coprire quelli già esistenti, in modo da poterli utilizzare tutto l’anno.

Questa puntata di L’Unica Torino termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.

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