Il circo traina gli spettacoli cuneesi

Il circo traina gli spettacoli cuneesi
Lo spettacolo Hourvari della compagnia francese Rasposo

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Sono i giorni di Mirabilia, il festival cuneese che sotto la direzione di Fabrizio Gavosto è diventato un punto di riferimento internazionale per le arti circensi e richiama ogni anno compagnie di livello internazionale, che spesso hanno proprio Cuneo come unica tappa italiana delle loro tournée. È il caso della compagnia francese Rasposo, presente a Cuneo con Hourvari, un evento che con la provincia cuneese ha un legame particolare. Da tempo la cittadina di Busca è diventata sede di residenze d'artista (programmi che offrono agli artisti spazi e tempi per concentrarsi sulla loro ricerca e produzione), ed è proprio durante uno di questi soggiorni che Rasposo ha creato il suo spettacolo: uno show a metà strada tra il circo e il teatro, costruito come un racconto con i personaggi trasportati di continuo da una situazione caotica all’altra.

Mirabilia è da anni il momento più rappresentativo per il settore dello spettacolo dal vivo cuneese, ma non è l’unica dimostrazione della crescita di questa provincia. L’ultima buona notizia è arrivata a luglio: il Ministero della Cultura ha riconosciuto un nuovo Centro di Produzione Teatrale – Dispari Teatro – che ha sede a Cuneo e nasce dalla fusione della compagnia cuneese Il Melarancio e delle torinesi Onda Teatro e Teatro Popolare Europeo. È il primo Centro di produzione piemontese che non ha sede a Torino.

E poi c’è la formazione, con il corso di laurea in arti circensi, riconosciuto come equipollente al Dams, dell’Accademia Cirko Vertigo di Grugliasco, che ha iniziato a lavorare anche a Mondovì, dove ad aprile 2027 inaugurerà una nuova sede destinata a ospitare il corso di laurea magistrale.

Ma come si è arrivati a tutto questo?

Mirabilia, un festival come vettore trainante

«Mirabilia è partito diciannove anni fa come festival diffuso e oggi è fra i più importanti festival di arti performative orientate al circo e alla danza in Europa. L’evento di Cuneo è uno showcase, una vetrina internazionale dove arriveranno 150 operatori da tutto il mondo per comprare gli spettacoli», ha raccontato Gavosto a L’Unica, ricordando come il festival cuneese si sia mosso all’interno di un territorio già fertile, con un progetto nel quale sono state le istituzioni a credere, anche con il sostegno delle fondazioni bancarie come Compagnia di San Paolo e Fondazione Crc. «Le fondazioni – ha aggiunto – fanno progettazione culturale in modo mirato. È quello che accade in Francia con lo Stato. Ma perché Cuneo? È una città capoluogo di provincia ma è anche un posto dove se ti siedi al bar incontri tutti: ha ancora una dimensione che a Torino è impossibile trovare».

La svolta è avvenuta fra il 2019 e il 2020, a cavallo del Covid, quando Mirabilia aveva ancora sede a Fossano. Da qui, per una questione di spazi – e di poca sintonia con la nuova amministrazione comunale guidata dal sindaco Dario Tallone, che aveva detto in consiglio comunale che con i libri non si dà da mangiare alla gente – il festival si è spostato a Cuneo, dove ha letteralmente invaso piazze, strade e cortili della città. Non solo: quest’anno, con gli spettacoli di Mirabilia on the road, la manifestazione ha attraversato la provincia: Busca, Alba, Rittana, Savigliano, Alba, Vernante, Chiusa Pesio e Dogliani.

«Mirabilia aveva già una spinta innovativa a Fossano – ha spiegato a L’Unica Federico Borgna, sindaco di Cuneo dal 2012 al 2022 e presidente della provincia dal 2014 al 2022 – uno studio del 2013 della Fondazione Fitzcarraldo (una realtà che si occupa di ricerca e consulenza, ndr), che analizzava le ricadute sul territorio, aveva avuto come oggetto Mirabilia, la Fiera del Marrone a Cuneo e la Fiera del Tartufo ad Alba: Mirabilia aveva la ricaduta maggiore e mi aveva incuriosito; quindi avevamo iniziato un dialogo con l’allora primo cittadino di Fossano Davide Sordella».

Era il 2020 e il mondo era stato appena investito dal Covid. Nonostante questo, Mirabilia è stato l’unico evento pubblico ospitato da Cuneo quell’anno, nel mese di settembre.

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«L’attenzione verso il circo e le arti performative è tornata da una decina d’anni a questa parte – ha continuato Borgna – è uno spirito del tempo. Mirabilia ha rappresentato un acceleratore e ha mostrato che si può lavorare come sistema territoriale: la provincia di Cuneo può avere successo come area di ricaduta». Ha continuato a crederci Patrizia Manassero, già vice di Borgna e ora prima cittadina di Cuneo. Così come ha continuato a crederci Ezio Donadio, sindaco di Busca dall’anno scorso, quando ha raccolto il testimone da Marco Gallo, in carica dal 2014, oggi assessore regionale alla Montagna nella giunta di Alberto Cirio.

La rete del territorio

«La prima edizione, prima del Covid, è stata indimenticabile – ha raccontato Gallo a L’Unica – negli anni, Mirabilia è diventata una manifestazione diffusa: abbiamo lavorato molto su tutto l’ambito culturale, con autori importantissimi come Alda Merini, nei nostri luoghi che meglio si prestano a queste iniziative: Roccolo di Busca, Castello del Roccolo, Collezione La Gaia e Cave di Alabastro. C’è sempre stata una risposta puntale da parte del territorio e penso sia questa la caratteristica della provincia di Cuneo: sa lavorare in rete. È una cosa che sanno fare bene gli albesi, ma poi si è diffusa in tutte le aree. Forse tutto è favorito dalla dimensione provinciale perché siamo città piccoline: Busca è la nona della provincia e ha diecimila abitanti».

Un aspetto sottolineato anche da Alessandra Rossi Ghiglione, direttrice artistica di Dispari Teatro. «Diamo vita a un centro di produzione – ha raccontato a L’Unica – che rappresenta un nuovo e fondamentale spazio dedicato all’innovazione delle pratiche artistiche teatrali. Il cuore del nostro lavoro sta nella capacità di porre il processo di produzione artistica in relazione continua con il pubblico e con i territori». Il riconoscimento del Ministero arriva al termine di un lungo percorso e ora ne aprirà un altro. «Potremo rafforzare le collaborazioni esistenti e intraprenderne di nuove – ha aggiunto il presidente Gimmi Basilotta –, a beneficio del territorio e di un pubblico sempre più ampio».

Il pubblico e le istituzioni

La rete può svilupparsi soltanto se il progetto viene accettato dagli abitanti e ben finanziato da istituzioni e fondazioni. «C’è stato un grandissimo cambiamento dopo il Covid», ha ricostruito con L’Unica Pietro Carluzzo, ora consigliere nazionale ACLI e fino al 2022 presidente della Consulta dei quartieri di Cuneo, dove abita in pieno centro storico. «C’è stata la grande voglia di riproporre eventi su Cuneo, ma il circo contemporaneo deve essere compreso. Mirabilia si è prima mostrata al pubblico a cielo aperto, poi ha contribuito a ripensare l’idea di circo con tematiche sociologiche importanti, così Cuneo ha accettato fin da subito il festival grazie anche alle amministrazioni che ne hanno colto le potenzialità in maniera lungimirante. Cuneo aveva voglia di produrre qualcosa di nuovo ma non sapeva bene da cosa partire, però c’era anche il desiderio di rimodernizzare le cose che già si fanno. È una città molto produttiva dal punto di vista culturale e con tanta inventiva».

«Mirabilia si sposa con i pilastri su cui abbiamo costruito il nostro piano pluriennale – ha confermato Mauro Gola, presidente di Fondazione CRC – perché guardiamo alla bellezza, alla cura, al futuro, alla partecipazione: creare comunità per noi è il primo degli elementi. La cultura non è solo un riflesso che ci arriva dal passato ma può farci avanzare come società e come individui, bisogna però allenarla». Non è una novità, a ben vedere, ma quando questo concetto finalmente si applica può operare cambiamenti reali.

Dalla formazione al palcoscenico: tutto in provincia

In Piemonte è senza dubbio l’area metropolitana di Torino ad avere la maggiore ricchezza di realtà teatrali e circensi, ma raramente il capoluogo riesce a costruire progetti con gli altri Comuni dell’area. Cuneo fa meno fatica e proprio da Torino riesce ad attrarre idee e persone. Con l’arrivo dell’Accademia Cirko Vertigo a Mondovì, dove esiste anche una programmazione pubblica, in qualche modo va a completarsi l’offerta cuneese nell’ambito dello spettacolo dal vivo e dell’arte circense. Peraltro, alla direzione artistica dell’accademia, fondata da Paolo Stratta, è stato nominato l’artista internazionale Jérôme Thomas, riconosciuto come il padre della giocoleria moderna, alla guida della scuola da ottobre e per tre anni.

Il cambiamento è stato comunicato con una conferenza stampa a Parigi. La sede principale resta Grugliasco, ma Mondovì rappresenta il vero terreno di crescita e sperimentazione. Nel Monregalese, in uno spazio riqualificato, Cirko Vertigo amplierà un’offerta già ricca grazie a realtà come la storica Academia Montis Regalis, che si occupa di formazione musicale.

Nella Provincia Granda si può studiare, si può imparare, si può perfezionare la propria formazione e si può andare in scena, fare esperienza, acquisire competenze fino ad ambire a un palcoscenico internazionale.

Questa puntata di L’Unica Cuneo termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.

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