Poche luci e molte ombre per gli impianti sportivi del Cuneese

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«Troviamo assurdo che in Piemonte non ci sia spazio per noi, eppure la squadra rappresenta anche la regione in un campionato professionistico. Chiediamo a questo riguardo di intervenire per darci la disponibilità dello stadio olimpico di Torino. Pensiamo che giocare nel capoluogo sia la soluzione migliore dal punto di vista logistico e di seguito di tifosi non solo braidesi ma da tutto il Piemonte. Non faccia spegnere la passione che è in noi». L’appello inviato al governatore Alberto Cirio dai tifosi dell’Associazione Calcio Bra – per la prima volta nella sua storia promossa in serie C – fotografa bene la situazione degli impianti sportivi in provincia di Cuneo.
La serie C, come ricordano i sostenitori della squadra, è un torneo professionistico che richiede impianti dotati di particolari caratteristiche che lo stadio del Bra, da sempre impegnato tra i dilettanti, non possiede. La lettera a Cirio è di luglio, il campionato è cominciato il 22 agosto e il Bra non è andato a giocare a Torino. La squadra ha dovuto andare in esilio in Liguria, a Sestri Levante: duecento chilometri di distanza. Non una bella notizia per i sostenitori.
L’amministrazione di Bra, nonostante qualche accusa di immobilismo arrivata dall’opposizione di centrodestra – corredata dall’invito a evitare «spese inutili che non serviranno né oggi né domani» – ha presentato una proposta per adeguare lo stadio cittadino, per un costo calcolato in 1,8 milioni di euro. Il Comune si farà carico di progetto esecutivo, affidamento, direzione lavori e collaudo, ma soprattutto aprirà un mutuo pari all’intero quadro economico (che quindi comprende anche altri costi, come imprevisti, sicurezza, IVA pari a 2,3 milioni di euro), in attesa che la Regione intervenga pagando le rate con un mutuo annuale.
Il nuovo “Attilio Bravi” – così si chiama lo stadio di Bra, in onore di un saltatore in lungo locale che fu decimo alle Olimpiadi di Roma 1960 – dovrebbe essere dotato di 1.500 posti (di cui 500 riservati agli ospiti), un impianto d’illuminazione conforme agli standard, una cabina elettrica moderna e spazi rinnovati per spogliatoi, infermeria, parcheggio e sala conferenze. Non c’è ancora una data certa: bisogna attendere lo studio di fattibilità economica. È probabile che gli appassionati debbano aspettare ancora a lungo prima di rivedere la squadra senza doversi mettere in viaggio.
Bra, comunque, non è solo calcio. In città, storicamente, ha un ruolo rilevante l’hockey su prato con due squadre – una maschile e una femminile – tra le più importanti in Italia. «A parte lo stadio, c’è un’impiantistica interessante», ha spiegato a L’Unica l’assessore allo Sport Francesco Matera. «C’è il campo “Esterno 1”, dove il manto sintetico è stato rifatto nel 2018 dal precedente assessore Borrelli, anche grazie al contributo del presidente del Bra Calcio Giacomo Germanetti. Il campo “Esterno 2” ha la pista d’atletica che è in condizioni più che valide, con torri per l’illuminazione notturna nuove, anche se non sufficienti per il calcio professionistico».
Alti e bassi in provincia
Il caso di Bra è a suo modo emblematico, ma la situazione degli impianti sportivi nell’intera provincia di Cuneo offre un panorama variegato, con esempi di eccellenza accanto a criticità ancora da affrontare. Il capoluogo può contare sullo storico stadio comunale “Fratelli Paschiero”, dove la squadra cittadina giocava in serie C prima del fallimento del 2019. L’impianto sarà oggetto di un importante intervento di riqualificazione grazie a un finanziamento di un milione e mezzo di euro da parte del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio.
La nuova squadra della città – l’A.C. Cuneo 1905 Olmo – gioca nel campionato di Eccellenza (il quinto livello del calcio italiano), ma può contare su un moderno centro di 43 mila metri quadrati – il Cuneo Training Center – in località Piccapietra, nella frazione di Madonna dell’Olmo. La struttura è la più grande della provincia: due campi regolamentari in erba e uno in sintetico, altri campi di dimensioni ridotte per il calcio a 9, a 7 e a 5, oltre a campi per il padel e il beach volley gestiti da altre società. «Ci alleniamo a Madonna dell’Olmo e giochiamo le partite interne al “Paschiero”. Tra poco verranno fatti anche lavori di ammodernamento e manutenzione da parte del Comune. Il training center ospita anche il nostro settore giovanile, che coinvolge anche trecento bambini», ha detto a L’Unica il brand manager Danilo Parola.
Ad Alba, la situazione degli impianti è buona, dopo la recente fusione delle due squadre cittadine: l’Alba Calcio e l’Albese. «Abbiamo potuto razionalizzare gli spazi», ha confermato a L’Unica l’assessore con delega allo sport Davide Tibaldi. «Siamo contenti che ci sia volontà di collaborare in un settore che ha capito che da soli non si va da nessuna parte. I campi e le strutture a disposizione sono sufficienti». Il Comune si sta impegnando anche per un’altra disciplina all’aperto, il rugby, per il quale è stato acquisito un terreno nel parco del Tanaro, in località Sardegna, di 5.680 metri quadri con un impegno di 108 mila euro circa: la realizzazione dell’impianto dovrebbe avvenire nel giro di un paio d’anni. «Faremo di tutto per realizzare l’impianto in tempi rapidi», ha promesso l’assessore Tibaldi.
Nel Cuneese sono anche diversi gli sforzi per ammodernare le strutture, come dimostra il caso di Fossano che nello scorso marzo ha presentato l’idea del VISPO, il Villaggio sportivo del futuro con una spesa stimata di 18,8 milioni di euro spalmati su dieci anni. Al momento siamo soltanto al Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP), previsto dal nuovo codice degli appalti per la progettazione di opere pubbliche, con l’intento di indicare le linee guida per i lavori da eseguire all’arrivo dei finanziamenti. L’area di viale della Repubblica, dedicata ai Fratelli Bongiovanni, dovrebbe così diventare una vera e propria casa dello sport implementando tutte le strutture (partendo da una buona base): dalla piscina al palazzetto dello sport, dalla pista di atletica ai campi da baseball e rugby.
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Gli impianti per lo sport al coperto
Più stratificata è la situazione per le attività indoor. Fossano è un’eccellenza con un palazzetto dello sport dei primi anni Duemila che accoglie varie società sportive, dal calcio a cinque alla pallavolo fino alla pallacanestro, ed è stato costruito con tribune a cassettone che potrebbero portare la capienza fino a 1.500 posti. In tempi brevi dovrebbero partire lavori di manutenzione all’impianto di riscaldamento.
«Abbiamo un palazzetto gigantesco e una palestra comunale: due belle strutture per quello che si vede in giro», ha detto a L’Unica Cristiano Carchia, allenatore dell’Acaja Basket, la squadra della città. «E possiamo usare anche le palestre dei salesiani e del liceo. La palestra comunale è chiusa al pubblico per motivi di sicurezza, ma tutto dovrebbe risolversi a breve: oggi non possono venire i genitori ma noi continuiamo comunque a fare attività al suo interno. La nostra società lavora con 320 ragazzi». In città gli spazi non bastano mai, però Carchia è fiducioso: «Le scuole ci mettono a disposizione le loro strutture nel pomeriggio: come società non abbiamo avuto difficoltà».
Un po’ meno recenti gli impianti nel Saluzzese, ma comunque efficienti, come ha raccontato Giuliano Tomassi, presidente della Pallacanestro Saluzzo: «Abbiamo un palazzetto dello sport datato, è del ‘78, ma comunque la sua funzione la fa. E poi nel 2005 sono state costruite altre due palestre praticamente attaccate, che utilizzano anche il volley e la ginnastica. Ci sono poi strutture scolastiche più piccole che assolvono il loro compito per le società con meno iscritti, quindi non possiamo lamentarci. Lo scorso anno avevamo avuto 368 tesserati: una buona cifra per una cittadina di 18 mila abitanti».
Una nota dolente, nella provincia, riguarda Alba, dove i numeri sono buoni ma manca un luogo adatto al basket. La capitale delle Langhe non ha un campo regolamentare da pallacanestro (28x15 metri) anche se l’Olimpo – la squadra locale – ha quasi 400 praticanti. Se il PalaLanghe, dove gioca la pallavolo maschile, sconta fin dalla sua nascita problemi (non si vede il campo dalle tribune) ed è fuori dalle regole dei campionati regionali e nazionali, il PalaTanaro, sede delle partite dell’Alba Volley, è più moderno, ma non ha tribune fisse né altri servizi richiesti dai canoni del CONI. Perciò i ragazzi sono obbligati ad andare a Corneliano o La Morra per gli allenamenti, percorrendo circa 30 chilometri.
«È il nostro tallone d’Achille – ha detto l’assessore Tibaldi –. Abbiamo due palazzetti un po’ vetusti, che non rispecchiano le esigenze del territorio. Ora la Provincia ci consegnerà la palestra dei licei che verrà messa a disposizione anche per le associazioni sportive nell’orario pomeridiano e stiamo definendo eventuali omologazioni dei campi per la pratica agonistica».
A questa situazione può fare da contraltare Cuneo, che ha messo in piedi il progetto più importante degli ultimi anni. Lo spiega a L’Unica l’assessore allo sport Valter Fantino: «È in corso la realizzazione di una nuova palestra vicino al palazzetto dello sport, realizzata con le soluzioni architettoniche e strutturali più efficienti dal punto di vista energetico, da destinare agli allenamenti delle squadre di vertice della pallavolo e dei campionati giovanili di volley e di calcio a 5. Prevediamo di inaugurarla nel primo semestre del 2026». La spesa si attesta sui 3 milioni di euro, di cui 2,5 arrivano dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e 500 mila dal Fondo opere indifferibili 2022 gestito dal Ministero dell’Economia.
Questa puntata di L’Unica Cuneo termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.
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