Dai campionati minori alla serie A: la scalata del Derthona

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Faccelo sapere quiNei playoff della pallacanestro le squadre si sfidano più volte, vince chi conquista tre successi. “Gara-5” è la quinta partita, quella senza appello tra avversarie che hanno vinto due incontri a testa.
Questa volta, ”Gara 5” è due volte decisiva: è l’ultima dell’ultima sfida, quella che decide la promozione in serie A. Si gioca a Torino, città che nel basket ha un discreto passato remoto e un passato prossimo da incubo: nel 2019 l’Auxilium, la società che negli anni Ottanta era ai vertici del campionato italiano, era stata travolta dal bilancio in rosso ed era fallita. Nonostante le ambizioni di inizio stagione, affrontata con Peppe Poeta in campo e Larry Brown in panchina: un pilastro della nazionale e una leggenda vivente. Poeta aveva fatto il possibile, ma non era bastato. Brown, arrivato in Piemonte a 78 anni dopo aver vinto negli Stati Uniti sia il campionato universitario sia quello professionistico, era tornato a casa dopo poche partite e ancor meno vittorie.
Dopo il fallimento, un anno di stop e una serie di complicate trattative, la squadra torinese era ripartita dalla serie A2 con una nuova società sponsorizzata da Reale Mutua. Questa “Gara-5” è la prima occasione per tornare tra i grandi. Un’occasione ghiotta: dall’altra parte del campo, infatti, c’è il Derthona, la squadra di Tortona che la serie A non l’ha vista mai. Una cittadina contro una metropoli, l’eterna sfida dello sport dove il piccolo va per la sua strada senza guardare in faccia nessuno.
È il 29 giugno 2021, quasi estate: una data anomala per il basket, arrivata al termine di una stagione particolare, la seconda della pandemia, che a Tortona aveva colpito duro. Il Comune, di fronte a un numero di morti decisamente superiore rispetto alla normalità, era stato addirittura costretto a noleggiare un container-frigorifero per contenere le bare che arrivavano senza sosta al cimitero.
All’ultimo secondo
Se quella partita fosse stata un film, il finale sarebbe apparso scontato, con il piccolo che vince all’ultimo secondo quando tutto ormai sembra perduto. Ma la realtà – e la crudele bellezza della pallacanestro – non hanno bisogno di sceneggiature originali. Il finale è incredibile, proprio perché reale: a meno di due secondi dalla fine Torino è sopra di un punto, Jamarr Sanders del Derthona subisce un fallo, ha tre tiri liberi. Segna il primo: 74 pari. Con freddezza segna il secondo: Tortona a più uno. Con lucidità sbaglia apposta il terzo. Il cronometro non si ferma e ai torinesi resta soltanto il tempo di un tentativo disperato: un tiro che attraversa tutto il campo e, naturalmente, non raggiunge il canestro.
Tortona giocherà nel 2021-22, per la prima volta, in serie A: unica città non capoluogo di provincia, la più piccola (e di molto) tra le sedici che lotteranno per lo scudetto. Ha circa 25 mila abitanti, poi con poco meno di 80 mila ci sono Varese, città che della pallacanestro italiana ha scritto la storia, e Cremona, con un’altra società solida, di gioco e di denaro.
Il Derthona, infatti, è una matricola piccola, ma con un progetto da grande e le spalle ben coperte. Scrive la Gazzetta dello Sport: «La prima, storica promozione in Serie A di Tortona coincide con l’inizio di una nuova era. Quella di Beniamino Gavio, il cui gruppo imprenditoriale, leader nel settore delle infrastrutture, è tra i più importanti del Paese. Già sponsor del club col marchio Bertram, Gavio ha acquisito il 51 per cento delle quote, diventando proprietario, nel nuovo assetto societario imposto dal passaggio al professionismo».
Gavio – un imprenditore che i giornali economici definiscono «attivo in snodi nevralgici per l’economia, soprattutto in quello delle concessioni autostradali, delle costruzioni e dell’ingegneria, dei trasporti e della logistica, ma anche della tecnologia e della nautica» – ha le idee molto chiare. «L’ambizione è arrivare a giocare le coppe europee nei prossimi anni, percepisco grande entusiasmo da parte delle persone», dice alla Gazzetta. «Vogliamo lavorare per estendere il bacino, fare crescere le giovanili e sviluppare ancora di più il legame con la femminile di Castelnuovo Scrivia», altro successo sportivo della provincia alessandrina: neppure cinquemila abitanti e una squadra protagonista nella serie A delle donne.
L’«entusiasmo di una città intera»
Il Derthona Basket si presenta alla serie A con una lunga storia alle spalle. Dopo una falsa partenza negli anni Cinquanta, quando la società aveva aperto e chiuso nel giro di pochi anni, la squadra aveva cominciato a giocare in maniera stabile nei campionati minori nel 1965. E lì era rimasta per decenni. Il primo punto di svolta arriva al termine della stagione 2008-2009. Nel piccolo PalaCamagna di corso Alessandria è venuto a giocare Petar Naumoski, classe 1968, macedone con cittadinanza italiana, uno che in bacheca ha diverse coppe europee, numerosi campionati: insomma, un fuoriclasse. La vittoria del campionato di C2 coincide con l’ultima partita in campo per Marco Picchi, poi general manager e infine l’uomo scelto da Beniamino Gavio per il ruolo di presidente della squadra.
Nel 2012 un altro gradino salito: campionato dominato ma playoff duri, fino alla vittoria entusiasmante contro Novara in una decisiva “Gara-3”. E promozione in B. Quei successi, si legge sul sito della società, saranno «la fiamma che riaccende l’entusiasmo di una città intera per la pallacanestro».
Tra chi si entusiasma c’è Beniamino Gavio. Il gruppo imprenditoriale di famiglia è cresciuto e molto da quando suo padre Marcellino, negli anni Sessanta, ebbe l’intuizione del trasporto dei carburanti che arrivavano al porto di Genova (a Tortona tra l’altro si costruivano i camion cisterna), lungo quelle stesse autostrade di cui diventerà proprietario. Oggi siamo di fronte a una delle imprese private più grandi d’Italia, di quelle che stanno nelle prime pagine della graduatoria del “libro bianco” di Mediobanca, con un fatturato complessivo che supera i 4 miliardi e mezzo. Nelle diversificate attività c’è anche, dall’acquisizione del 2015, il marchio americano Bertram, specializzato nella costruzione di barche “sportfisherman”, che oggi compare come sponsor sulle maglie del Derthona.
«A basket giocavo da ragazzo fino ai 17 anni, quando mi sono fatto male a un ginocchio e ho dovuto smettere. Ma è uno sport che mi è sempre piaciuto», racconta Gavio al giornalista Umberto Zapelloni. «Non andavo a vedere il Derthona perché sapevo che vedendomi mi avrebbero tirato in mezzo, poi un giorno è arrivato la buonanima di Luigino Fassino (storico dirigente della società, ndr) e mi ha detto: se ci dai una mano facciamo la A2, altrimenti abbiamo il budget per fare la B e va bene così».
La mano di Gavio arriva, e alla fine della stagione 2013-2014 la squadra festeggia la promozione in A2, dopo un campionato in cui una delle avversarie è stata la squadra di Alessandria. La squadra del capoluogo si salva ma, a fine stagione, sceglie di non iscriversi al campionato seguente. Storia tormentata quella del basket alessandrino, condannato da sempre a una vita di alti e bassi.
La delusione più grande era arrivata nel momento più felice: nel 1978 c’era da festeggiare la promozione in A2, il patron Pieraldo Celada aveva deciso di trasferire a Mestre la squadra, ancora rimpianta dai tanti tifosi che gremivano il palazzetto oggi intitolato a Ernesto Cima, gloria cestistica locale. Gli appassionati dovevano consolarsi in provincia: il vuoto lasciato dall’Alessandria lo colmano prima Casale, al suo apice con l’unica stagione di A del 2011-2012, e poi, naturalmente, Tortona.
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La cittadella dello sport
Il Derthona è stato per dieci anni una squadra nomade. Il PalaCamagna, utilizzato fino alla serie B, era troppo piccolo, non conforme agli standard del campionato: prima si gioca a Voghera e poi proprio a Casale. Sempre con un ottimo seguito di pubblico, anche perché i risultati sono positivi. Mentre i tifosi possono tifare, senza citare gli stranieri, per giovani dal grande futuro come Marco Spissu e Pippo Ricci, destinati entrambi alla maglia azzurra, o gloriosi veterani come Luca Garri. Fino all’arrivo (che coincide con la promozione in A1) di Bruno Mascolo, miglior giocatore delle finali playoff contro Torino, del capitano Riccardo Tavernelli e di Luca Severini. Intanto dal 2018 compare il nome Bertram sulle maglie, e subito viene alzato un trofeo: la Coppa Italia destinata alle squadre di A2 e B. E la Bertram Derthona si ripete nel 2019 vincendo la Supercoppa della Lega Nazionale Pallacanestro.
Anche la storia in A1 è di clamoroso successo. Semifinali dei playoff scudetto alla prima e alla seconda stagione, finale e semifinale di Coppa Italia, dal 2023 esordio anche nelle coppe europee: una delle ambizioni della citata intervista piena di promesse della Gazzetta al neo-presidente Gavio.
A quattro anni di distanza, quelle promesse – cosa non comune e non solo nello sport – sono state tutte mantenute. «Sviluppare ancora di più il legame con la femminile di Castelnuovo Scrivia»? Fatto. Il Basket Club Castelnuovo Scrivia ora si chiama BCC Derthona Basket e ha raggiunto la A1. Tortona è una delle tre società ad avere in serie A la squadra femminile e quella maschile. Le altre sono Sassari e Reyer Venezia. «Fare crescere le giovanili»? Fatto. Il Basketball Lab che riunisce la squadre under di Tortona gioca diversi campionati con ottimi risultati, e soprattutto fa giocare a pallacanestro oltre 300 bambini e ragazzi tra i 5 e i 19 anni.
Gavio aveva annunciato anche una «cittadella polifunzionale con un palasport da 5 mila posti». Fatto anche questo. Progettata dallo studio di architettura Barreca & La Varra, costruita da Codelfa, società che fa parte del gruppo, e intitolata ai fondatori Marcellino e Pietro Gavio, la struttura è stata inaugurata a gennaio. Dalla prossima stagione la squadra, e con lei «l’entusiasmo di una città intera» potranno finalmente tornare a casa.
Questa puntata di L’Unica Alessandria termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.
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