Nella guerra dei parcheggi cadono 36 posti di lavoro

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Foto: Pixabay

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«Una prova muscolare tra due colossi. Noi siamo in mezzo, non possiamo che finirne stritolati». Le parole di un dipendente di AMAG Mobilità, raccolte da L’Unica sotto il sole cocente della centralissima piazza della Libertà, lasciano capire che in questa sfida non ci saranno possibilità per i più piccoli. Già è difficile affrontare una sola grande realtà, ma questa volta, ad Alessandria, gli attori da affrontare sarebbero due. Entrambi molto agguerriti.

AMAG Mobilità è la multi-utility alessandrina che si occupa dei trasporti e della sosta a pagamento in città. Ed è proprio sui parcheggi che si è scatenato lo scontro con il Comune: una lite che rischia di lasciare senza lavoro non nove – come sembrava qualche settimana fa – ma addirittura 36 dipendenti.

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La Giunta comunale, guidata dal sindaco del Partito Democratico Giorgio Abonante, ha deciso di revocare ad AMAG la concessione per la gestione dei parcheggi, scaduta il 30 giugno. Ne è sorta una disputa che va oltre le dinamiche della semplice amministrazione urbana, coinvolgendo lavoratori, cittadini e persino il futuro economico della città. Al centro dello scontro c’è il parcheggio di piazza della Libertà, il più comodo e più caro di Alessandria con la sua tariffa da 2 euro l’ora: trecento posti proprio davanti al Palazzo Rosso che ospita il municipio. Fino a giugno, e dal 2017, l’intera somma versata dagli automobilisti (circa 3 milioni di euro l’anno) finiva nelle casse di AMAG Mobilità. Il Comune, ora vuole la sua parte e la otterrà da Gestopark, la società ligure che ha ottenuto la gestione dei parcheggi, senza bando per aver accettato un compenso inferiore ai 140 mila euro che il nuovo codice appalti ha stabilito come limite per le assegnazioni dirette.

Fin qui tutto normale. O quasi, visto che AMAG Mobilità, una società per azioni partecipata per il 15 per cento da AMAG Spa, è a sua volta controllata per il 75 per cento dal Comune di Alessandria, lo stesso che l’ha messa alla porta. Ma la vicenda è più complessa, intrecciata con questioni politiche, sindacali e legali. Il prezzo più alto, come spesso accade, lo pagano i lavoratori: la perdita del posto, in un contesto economico già fragile come quello alessandrino, rappresenta una minaccia concreta per le loro famiglie.

Caos al passaggio delle consegne

Il 1° luglio ha segnato un punto di svolta: la gestione dei parcheggi di piazza della Libertà, piazza Garibaldi e delle soste a strisce blu su strada è passata da AMAG Mobilità a Gestopark, la società subentrata con un affidamento diretto da 138.500 euro. Il cambio è stato rapido, quasi fulmineo, ma non privo di intoppi. Le nuove colonnine per il pagamento sono entrate in funzione immediatamente, ma i cittadini si sono trovati spiazzati. «Scusi, lei sa come si paga?», è la domanda che si sente ripetere tra gli automobilisti confusi, costretti a districarsi tra nuove modalità di pagamento e un sistema in piena transizione.

A complicare ulteriormente la situazione c’è la questione degli abbonamenti annuali. Chi ne aveva sottoscritto uno prima del 30 giugno si è trovato per alcuni giorni a dover presentare in Comune una copia del bonifico per dimostrare il pagamento. Poi l’ex concessionaria ha accettato «dopo numerose richieste», come si legge in una nota del Comune, di consegnare all’amministrazione l’elenco di chi aveva già versato la sua quota.

Risolto un problema, ne restano molti altri. Uno degli aspetti ancora aperti della transizione è la gestione dei controlli e delle multe: con il passaggio a Gestopark, la responsabilità di verificare il rispetto delle regole nei circa tremila stalli blu della città è stata affidata esclusivamente ai vigili urbani, ai quali la nuova concessionaria ha consegnato quattro tablet con le targhe di chi ha pagato la sosta. Quattro tablet per tremila posti a rotazione. Per non dire delle difficoltà di organico della polizia municipale, il cui personale – già ridotto all’osso – deve occuparsi di molte altre mansioni oltre al controllo dei parcheggi a pagamento. «Auguri», ironizza con L’Unica un rappresentante sindacale.

Le preoccupazioni dei sindacati, però, sono ben altre. La concessione ad AMAG Mobilità, oltre ai parcheggi, comprendeva anche il servizio di scuolabus e autobus per persone disabili. Per far fronte alla perdita dei tre servizi, l’azienda ha dichiarato 36 esuberi, dando inizio alle procedure per il licenziamento collettivo e aprendo un nuovo fronte nella guerra aperta con il Comune.

Lo scambio di accuse

È un provvedimento «evidente nella sua natura strumentale» che «impone alla comunità alessandrina di stringersi attorno alle lavoratrici e ai lavoratori», ha commentato il sindaco Abonante. «Opporsi alle modalità ricattatorie dell’azienda non significa ignorare il destino di chi è stato licenziato. Al contrario: lo si difende rifiutando soluzioni illusorie, come proroghe contrattuali impraticabili, che non tutelano né il personale né l’interesse pubblico». E ancora, non senza un certo temerario ottimismo: «Ora spetta a noi raccogliere i cocci di tanta ferocia. Abbiamo già risolto crisi complesse come la mensa scolastica e l’illuminazione pubblica. Ora affrontiamo cimiteri, parcheggi, trasporti scolastici e per persone con disabilità. Domani sarà la volta dei rifiuti. Sappiamo cosa fare».

Ancora più dura la replica di AMAG: «Dal 1° luglio, nella gestione delle aree di sosta è subentrato un operatore che non ha dovuto rispettare alcuna clausola sociale e che sta operando senza l’obbligo di assumere nessun lavoratore, neppure i nove ausiliari». Inoltre, «il Comune non ha previsto alcuna tutela sociale per 27 dei 36 lavoratori. Sono state previste tutele, anche se con condizioni peggiorative, solo per i nove ausiliari della sosta nella gara, peraltro sospesa dal Tribunale amministrativo regionale (TAR)».

AMAG infatti ha presentato un ricorso contro la decisione del Comune, chiedendo tra l’altro il congelamento della situazione preesistente, ma il Tribunale amministrativo ha respinto la richiesta cautelare, giudicando che la revoca della concessione rientra nella fase esecutiva del contratto e non è impugnabile. Inoltre, il TAR ha evidenziato che la sospensione richiesta non avrebbe effetti pratici, poiché la concessione è scaduta naturalmente e non può essere prorogata. La sentenza di merito è attesa per il 15 ottobre 2025, e fino ad allora la situazione rimane in stallo. Se AMAG vince il ricorso, che cosa succede? – ci si chiede in città – Si caccia Gestopark e si ricomincia da capo?

«Per risolvere buona parte del problema delle lavoratrici e dei lavoratori servirebbe che AMAG Mobilità ritirasse il proprio ricorso», ha replicato il sindaco. «Abbiamo agito con coscienza e nel solo interesse delle alessandrine e degli alessandrini; intendiamo infatti recuperare e restituire risorse economiche alla comunità alessandrina, garantendo al contempo il lavoro alle nove persone coinvolte nel servizio sosta. Vogliamo dimostrare di poter gestire i parcheggi in modo efficace, efficiente e con maggiori entrate da destinare alla cura della città».

Un botta e risposta secco, che allontana le possibilità di ogni possibile accordo futuro. «Siamo alla “Guerra dei Roses”, ma a pagare sono soltanto i lavoratori», commenta con L’Unica Alessandro Porta, segretario provinciale di UIL Trasporti, il sindacato più attivo in questa battaglia sui parcheggi. Porta annuncia la proclamazione dello stato di agitazione per bloccare i licenziamenti e punta il dito contro l’affidamento a Gestopark, deciso il 16 giugno, ben prima della scadenza della concessione di AMAG Mobilità: «Un affidamento sotto soglia, per 138.500 euro, più mille destinati alla sicurezza. È una cifra che solleva più di un dubbio», attacca, sottolineando come l’operazione sia avvenuta senza gara d’appalto, sfiorando di soli 500 euro il limite massimo previsto dalla normativa. «Le cifre, in questa storia, sono importanti».

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Il nodo politico: tra incassi e promesse elettorali

Al di là delle questioni tecniche e legali, la vicenda dei parcheggi di Alessandria ha una forte connotazione politica. La gestione della sosta rappresenta una posta in gioco cruciale per l’amministrazione comunale, che punta a incassare circa due milioni di euro netti all’anno, una volta decurtati i costi di gestione. Questi fondi, secondo il Comune, saranno reinvestiti in iniziative per rilanciare il centro storico, come sconti sulla sosta o eventi per attirare clienti nei negozi, una richiesta pressante dei commercianti, strangolati dalla crisi economica. Non a caso, la battaglia per riprendere il controllo di piazza della Libertà è sempre stata una priorità per i Cinque Stelle, oggi al governo della città con Michelangelo Serra, assessore all’Urbanistica.

L’opposizione di centrodestra, però, non ci sta. Mattia Roggero, ex assessore al Commercio della Lega, descrive la situazione come «una delle pagine più amare della storia recente di Alessandria». In un lungo post su Facebook, Roggero attacca l’amministrazione per «incapacità politica» e «superficialità», accusandola di aver generato un «cortocircuito istituzionale» che mette a rischio 36 famiglie. «Siamo davanti al fallimento conclamato di una visione politica che da tre anni naviga a vista», il paradosso è che «il presidente di AMAG Mobilità è una nomina politica dell’amministrazione comunale». Per Roggero, «questa non è solo una vertenza aziendale», ma «una crisi generata da uno scontro tra Palazzo Rosso e l’azienda stessa. E nel mezzo, come sempre, ci sono le persone». Secondo l’ex assessore, si sarebbe potuto rafforzare il ruolo di AMAG Mobilità, garantendo sia i posti di lavoro sia la qualità del servizio, invece di optare per un affidamento temporaneo che «solleva più di un interrogativo dal punto di vista etico».

Un destino incerto per i lavoratori e la città

AMAG Mobilità conserva la gestione di due parcheggi minori, quello di via Parma e quello di via Inviziati, ma entrambi sono meno strategici rispetto a piazza della Libertà. Il primo, pur vicino al centro storico, presenta problemi di accesso e tariffe più basse, mentre il secondo è occupato quasi interamente da abbonamenti mensili. Intanto, Gestopark ha subìto un destino simile a Varazze, nel Savonese, dove è stata estromessa dalla gestione con modalità analoghe. Una coincidenza che alimenta ulteriori interrogativi sulla solidità dell’operazione.

Mentre Comune e AMAG Mobilità continuano a scontrarsi, i cittadini attendono risposte concrete, e i lavoratori sperano in una soluzione che salvaguardi il loro futuro. Ma, per ora, l’unica certezza è che la battaglia è tutt’altro che finita, e l’autunno, con la sentenza del TAR, potrebbe segnare un nuovo capitolo di questa lunga e intricata vicenda. In tutto questo, il dramma umano dei lavoratori rimane al centro della scena. Trentasei famiglie rischiano di perdere uno stipendio, spesso l’unico: vasi di coccio tra i vasi di ferro.

 Questa puntata di L’Unica Alessandria termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.

📷 Il 2 luglio la redazione di L’Unica si è riunita a Torino per un incontro con le collaboratrici e i collaboratori.

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