Lo strano caso dei due cani che fecero implodere la Lega
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Aggiornamento, 14 maggio - Riceviamo e pubblichiamo il seguente messaggio da parte del sindaco Oddone, in proposito dell’episodio da noi riportato verificatosi in un ristorante: «Mai e ripeto mai si è verificata una cosa del genere. Al contrario di quanto scrivete, questi non sono modi e risposte che mi appartengono».
Gli storici ancora discutono se Nikita Chruščëv, il 12 ottobre del 1960, abbia davvero sbattuto una scarpa sul suo banco all’assemblea dell’ONU o si sia limitato a sfilarsela e a brandirla per aria. Certo è che l’invettiva del premier dell’URSS contro il delegato filippino Lorenzo Sumulong – che aveva osato sostenere che a Mosca la libertà dei cittadini non fosse proprio il primo dei pensieri – è rimasta nella memoria di tutti. Più dei meriti di Chruščëv per la de-stalinizzazione del Paese o per il riavvicinamento agli Stati Uniti dopo i momenti più tesi della Guerra Fredda.
Difficile dire per cosa i cittadini di Valenza ricorderanno il sindaco leghista Maurizio Oddone che – a leggere sui social i post del suo rivale Luca Ballerini, il cardiologo del Partito Democratico battuto al ballottaggio del 2020 per la miseria di 23 voti – «si è anche tolto una scarpa sbattendola sul banco del consiglio», durante quello che Ballerini definisce «il peggior consiglio comunale di cui si possa avere memoria». Di sicuro, il primo cittadino non passerà alla storia per la gentilezza dei modi e la modestia dei toni, a volte così rudi da imbarazzare persino i compagni di partito: «Durante la campagna elettorale per le regionali siamo stati quasi cacciati da un ristorante», racconta un giovane militante. «Il titolare ricordava una precedente visita del sindaco: quando si era avvicinato al suo tavolo per parlargli della crisi del commercio dice che gli è stato risposto così: “Sto mangiando, non mi rompere i coglioni”».
La crisi dell’oro e la politica
Valenza da sempre è la città dell’oro, ma di luccichii ne sono rimasti ben pochi. L’arrivo delle maison del lusso – Bulgari, Cartier e Damiani – sembrava aver regalato un po’ di ossigeno al settore, ma la crisi si è accanita sulle aziende più piccole, divorate dai grandi come da un’idrovora. Oggi i lavoratori in cassa integrazione sono 2.500, su un totale di 6 mila addetti e 18 mila abitanti. Non a caso, per la prima volta, CGIL, CISL e UIL hanno organizzato qui il corteo provinciale del Primo maggio: i sindacati a Valenza, quasi un ossimoro per chi ha abbastanza anni per ricordare la ricchezza di un tempo.
In questo quadro dai toni lugubri, a un anno dalle nuove elezioni, la politica locale sembra essersi persa in beghe sempre più lontane dai problemi della gente, tanto che il 17 febbraio scorso, il consiglio comunale aperto sulla crisi del comparto orafo, con i rappresentanti della Regione e della CNA, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato, è stato disertato per protesta dai lavoratori. «L’arroganza e pochezza dell’azione amministrativa di questi anni ha fatto alzare di molto la tensione istituzionale e anche alcuni di quelli che hanno sempre supportato e sopportato una certa gestione sono saturi e finalmente coraggiosamente e responsabilmente hanno trovato la forza di dire qualche no e manifestare un certo dissenso», scrive ancora Ballerini.
Non che il fronte del centrosinistra sia tanto più tranquillo: due anni fa, nella sala del consiglio – che evidentemente stimola il desiderio di restare scalzi – il consigliere del PD Salvatore Di Carmelo aveva dato forza alla sua battaglia contro il fotovoltaico togliendosi pure lui una scarpa, convenientemente usata per scandire le parole con i colpi del tacco sul banco. Questa volta, però, lo scontro è tutto interno alla Lega, e mai si era vista una faida tanto sanguinosa all’interno di un partito che, forte del 25 per cento abbondante dei voti, aveva iniziato la consiliatura con 6 consiglieri su 14.
L’implosione della Lega
Ora i leghisti in consiglio sono rimasti in tre, sindaco compreso, dopo un redde rationem scatenato non dai problemi economici ma dalla triste morte di Rino e Lara, due cani meticci probabilmente avvelenati dal diserbante appena utilizzato nelle aree verdi di Valenza. Il sospetto che la colpa fosse del Comune, corroborato dalle proteste di altri cittadini che lamentavano malesseri più o meno gravi dei loro animali, ha portato il sindaco a intervenire: «Siamo molto cauti ma decisi ad affrontare immediatamente la situazione. Ciò che è accaduto è inaccettabile: qualora ci fossero delle responsabilità le faremo emergere subito».
La «cautela» annunciata da Oddone dura pochissimo. Il primo cittadino convoca l’assessore all’Ambiente Paolo Patrucco, un leghista considerato suo fedelissimo, e gli toglie la delega sui due piedi. Senza certezze sull’accaduto e senza avvisare i vertici del partito. È l’inizio dell’implosione: il primo a stracciare la tessera è il segretario locale Massimo Ravizzola, che accusa il sindaco di «superficialità e arroganza». Poi, uno dopo l’altro, se ne vanno l’assessore dimissionato e i consiglieri comunali Laura Barbi, Alessandro De Angelis (appena tesserato dopo un passato in Forza Italia e Fratelli d’Italia) e Guido Capuzzo. Proprio quest’ultimo, giovane e fervente militante del Carroccio, si trasforma in una spina del fianco per il sindaco. Garantisce, come i colleghi, un appoggio esterno alla maggioranza, ma nell’ultimo consiglio – quello della scarpa di Oddone – entra ed esce dall’aula al momento delle votazioni, permettendo alle opposizioni di chiedere per sette volte la verifica del numero legale.
La seduta in cui il sindaco avrebbe dovuto rispondere a un’interrogazione presentata dal suo stesso partito sull’addio dell’assessore, annunciate sul sito del Comune con una nota piena di omissis, si trasforma presto in un caos da tutti contro tutti, con gli scontri più forti tutti nel perimetro della maggioranza. In assenza di comunicazioni ufficiali – l’assemblea è stata sospesa dopo quattro ore – Oddone ha raccontato “a porte chiuse” la sua versione dello scontro con Patrucco. Interpellato da L’Unica, si ripete così: «Io non ho cacciato nessuno. Ho sospeso l’assessore dalla sola delega per l’Ambiente, e solo in attesa delle indagini sulla morte di quei poveri cani. Le altre quattro – ecologia, decoro urbano, trasporti e frazioni – gliele avevo lasciate. È stato lui a dimettersi da tutto. Gli omissis sul sito e le porte chiuse in aula? È una questione di privacy: il video della seduta è su Youtube e ci sono cose su quell’assessore che non posso dire in pubblico. La sinistra, come al solito, strumentalizza tutto: in aula abbiamo discusso di cose importanti e loro parlano solo della scarpa». Sarà, ma era proprio il caso di togliersela davanti a tutti? «Di Carmelo mi aveva ringraziato per il mio discorso del 25 aprile, e io ho voluto ricambiarlo con lo stesso gesto che aveva fatto lui nel 2023. E non mi pare che allora il PD si fosse scandalizzato così tanto».
«Cose importanti? Quel consiglio sembrava una serata da bar. Si è parlato a lungo dei 120 mila euro destinati a un percorso naturalistico per le api voluto dalla Regione, e non dei soldi che andrebbero spesi per la città, per gli asfalti da rifare, per i mille problemi che tutti possono vedere», ribatte Ballerini. «E non è un caso isolato: sono il presidente della Commissione Bilancio e alle riunioni Oddone non l’ho mai visto. In aula la maggioranza presenta documenti pieni di errori, gli interventi sono al limite della decenza. Con tutto il rispetto per le api, Valenza avrebbe bisogno d’altro: per fortuna cominciano ad accorgersene anche dentro la Lega».
Verso il voto
Nel Kramer contro Kramer del Carroccio, la struttura del partito si è schierata con Oddone. «È una vicenda triste in cui in 29 anni di Lega non ricordo analogie», ha detto il segretario provinciale Lino Pettazzi, uno che è stato in Parlamento e oggi fa il sindaco nella ex comunistissima Fubine che vide nascere Luigi Longo, l’icona del PCI pre-Berlinguer. Pettazzi attacca i transfughi e non risparmia i sospetti maliziosi: Ravizzola potrebbe avere «in mente qualcosa, forse in vista della campagna elettorale per le amministrative del 2026». Fratelli d’Italia e Forza Italia stanno a guardare, pronti ad accogliere qualche profugo della Lega, il centrosinistra spera che gli autogol del Carroccio portino a una rivincita dopo la sconfitta di misura del 2020. Al voto mancano 13 mesi. Chi saranno i contendenti? Ballerini tentenna: «Non ho ancora deciso se ricandidarmi, il PD ha preso una deriva troppo a sinistra per me». Quanto a Oddone, la Lega di Alessandria lo rivorrebbe al suo posto, ma a sentire gli alleati la cosa è ancora tutta da vedere.
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