Ostana, il paese salvato dall’abbandono ora teme di svuotarsi ancora

Ostana, il paese salvato dall’abbandono ora teme di svuotarsi ancora
La cima del Monviso vista da Ostana

L’Unica Cuneo fa parte di un nuovo progetto di newsletter locali, che parte da quattro province del Piemonte.

Se vuoi saperne di più qui trovi la pagina principale.

Pensi ci sia una storia di cui ci dovremmo occuparci?

Faccelo sapere qui

Al rifugio Galaberna cuoche e giovani camerieri si riposano prima di iniziare il turno. È appena mezzogiorno, non servono ancora il pranzo. A poche centinaia di metri, sulla via principale di Ostana, però, c’è un piccolo bar che sembra già aperto. «Posso prepararle uno dei nostri piatti misti», dice un uomo sulla settantina dietro al bancone. Dopo una decina di minuti carne con bagnèt verd, assaggi di polenta di grano saraceno con salsiccia, formaggi, salumi, crocchette di verdure, frittata. Su quel vassoio c’è da mangiare per tre. Da dietro la tenda fa capolino la cuoca, «è buono?», chiede. Si chiama Elena, indossa un grembiule bianco immacolato e gestisce insieme a Sandro “I faunet” da dieci anni. Questa però sarà l’ultima estate del locale, Elena ha deciso di chiudere e aprire un home restaurant ad Agliasco, una piccola frazione di Paesana. «Quest’estate rispetto agli scorsi anni non ci sono turisti, c’è un po’ più di movimento la domenica. In questi dieci anni la situazione è cambiata tanto, c’è sempre meno gente», spiega Elena.

L'interno de ”I Faunet”

È una calda giornata di metà luglio, in cielo non c’è una nuvola ma a Ostana, a circa 1.280 metri s.l.m in alta valle Po, il venticello smorza i raggi del sole. Il paese è incorniciato dalle montagne su cui domina il “Re di pietra”, così molti chiamano il Monviso, noto per i suoi 3.841 metri e per il Pian del Re, dove nasce il fiume Po. Con le case di pietra, i tetti di losa, e l’ambiente molto curato Ostana fa parte dei Borghi più belli d’Italia. E nei decenni è cambiata tanto.

Da cinque a cinquanta

«Cento anni fa eravamo 1.200. Poi il peggio sono stati gli anni dal 1990 al 2000, che hanno portato i dormienti, così chiamiamo quelli che stanno a Ostana tutto l’anno, a cinque. C’è stato un tracollo, il paese non esisteva più», ha detto a L’Unica il sindaco Giacomo Lombardo, seduto dietro alla sua scrivania in Comune. Lombardo è nato e cresciuto a Ostana – con una parentesi a Torino –, è stato eletto nel 2024 con una lista civica, ma non è alla sua prima esperienza. Nei decenni precedenti è stato sindaco di Ostana per 25 anni, e poi vicesindaco nella scorsa consiliatura. «Ostana è un paese povero, non ha nemmeno l’acqua. L’unica cosa su cui poteva e può contare è la cultura, prima di tutto quella occitana. In più, il paese ha alle spalle una storia: lo statuto di Ostana è del 1425», ha aggiunto il sindaco.

Da cinque i residenti stanziali sono diventati oggi una cinquantina – che d’estate diventano anche duecento o trecento – soprattutto grazie a una serie di interventi portati avanti dall’amministrazione comunale. «Abbiamo permesso alla gente di ristrutturare le case facilmente, ma abbiamo imposto alcune caratteristiche da rispettare, seguendo le indicazioni del primo manuale dell’architetto Maurino, che insegnava come mantenere lo stile del territorio», ha spiegato Lombardo. Renato Maurino (1934-2000) è stato un architetto noto per i suoi studi sull’architettura montana, conosciuto in particolare proprio per i lavori a Ostana. «Subito ci sono state delle lamentele perché aggiustare le case secondo le nostre indicazioni costa di più. Ad esempio, in valle Stura i tetti si facevano di lamiera, qui di losa che è più cara, ma è eterna. Ma poi, quando le persone hanno visto i risultati, hanno capito che era davvero bello e ne valeva la pena».

Il paese è stato completamente ristrutturato seguendo le indicazioni della tradizione, senza palazzoni o case moderne, integrando, dove possibile, tecnologie rispettose dell’ambiente. Oltre ai pannelli fotovoltaici, installati ormai da diversi anni, e alle caldaie a cippato (più ecologiche di quelle a gasolio) c’è anche la colonnina di ricarica per le auto elettriche, e presto ne sarà installata un’altra.

Se questa newsletter ti è stata inoltrata, puoi iscriverti cliccando qui:

📨 Iscriviti

Servizi ad alta quota

Il ripopolamento di quel borgo dell’alta valle Po si oppone allo spopolamento di molti altri borghi di montagna, abbandonati o quasi perché isolati e privi dei servizi necessari. A Ostana, invece, i servizi piano piano stanno aumentando e sono tornati anche i bambini, dopo quasi trent’anni – dal 1987 al 2015 – in cui non c’erano state nuove nascite. Ora i bimbi popolano di nuovo le strade, scorrazzando con i loro zainetti colorati insieme alle maestre. «Da pochi anni ha riaperto la scuola, noi la chiamiamo la “scuolina”. È frequentata dagli abitanti di Ostana, ma c’è anche qualcuno più a valle che sale su con il pulmino perché usiamo un metodo d’insegnamento all’avanguardia, i bimbi sono sempre in giro a imparare», ha aggiunto Lombardo.

Oltre al rifugio, al bar e alla scuola ci sono varie altre attività sparse anche nelle frazioni: bed and breakfast, panetteria, ristorante, agriturismo, bistrot, attività agricole, un piccolo ufficio turistico, percorsi naturalistici come “Il bosco incantato” che è spesso meta di gite scolastiche. C’è poi il centro culturale “Lou Pourtoun” gestito dalla cooperativa Viso a Viso che offre diversi servizi: da luoghi per il coworking alla biblioteca, garantendo anche spazi per il ristoro.

Non mancano le iniziative culturali, come il premio letterario “Ostana scritture in lingua madre” (ecrituras en lenga maire, in occitano), quest’anno giunto alla sua diciassettesima edizione. Ogni anno si premiamo scrittori, cineasti, musicisti che lavorano sulle lingue minoritarie. «Abbiamo premiato persone da tutto il mondo», ha raccontato il sindaco. E la varietà è dimostrata dai vincitori dell’ultima edizione, che hanno concorso presentando film, canzoni e testi in lingua bretone (Francia), cerma (Burkina Faso), croata (Italia), occitana (Francia), irlandese (Irlanda), galiziana (Spagna), malagasy tsimehety (Madagascar) e curda (Siria).

«Oltre a creare bellezza, abbiamo cercato di creare economia e stimolare gli arrivi. Vogliamo far venire qui la gente per starci, viverci e lavorare, non solo in vacanza», ha aggiunto il sindaco. Il paese nei decenni è cambiato e anche i prezzi delle case sono cresciuti. «Adesso i valori immobiliari sono alti perché avere una casa a Ostana purtroppo è diventato un po’ uno status. Per questo motivo stiamo facendo degli alloggi da affittare per chi non può o non vuole acquistare una casa». A Ostana infatti non mancano le strutture ricettive per trascorrere un periodo di vacanza, ma mancano le case in affitto per chi invece vuole vivere stabilmente. Per questo, il Comune sta ristrutturando delle piccole palazzine che potranno ospitare a un prezzo onesto nuove famiglie.

Mancano i sostegni

In questi anni il Comune ha fatto molto per essere attrattivo, ma è necessario continuare a investire se si vuole rendere stabile questa tendenza. Anche perché, come dimostra la storia de “I faunet”, ci sono persone che da Ostana vanno via. «Il Comune è poverissimo. Pensa che abbiamo dovuto rinnovare lo spartineve perché l’altro si era fuso. Abbiamo quindi aperto una colletta tra la gente e le imprese del territorio e siamo riusciti a raccogliere più o meno 20 mila euro. Peccato che ce ne vogliono 70 mila per comprarlo, così abbiamo indebitato il Comune per qualche anno», ha aggiunto Lombardo.

Ostana riesce ad accedere a molti bandi che le assicurano fondi per investire sul territorio, ma la maggior parte di questi sono fondi europei. «Questi paesi sono dimenticati, non ci sono voti da cercare, dunque non c’è interesse a investire sul territorio». 

Nonostante le difficoltà, il Comune ha in cantiere molti altri progetti: dalla costruzione di due nuovi parcheggi fuori dal centro per evitare che la via sia affollata di automobili alla riqualificazione di sentieri e strade, oltre al miglioramento dell’illuminazione e nuovi spazi per le attività economiche che – si spera – arriveranno. 

La lista dei lavori in programma è lunga, ma il futuro di Ostana, come quello di molti altri piccoli paesi di montagna, è incerto. «Quando abbiamo fatto l’evento per i seicento anni del paese, io ho detto che Ostana per seicento anni ha resistito, ma che non garantisco che tra dieci anni ci sia ancora», ha concluso Lombardo. «Non ci sono soldi, i nostri Comuni si reggono anche grazie al tantissimo lavoro volontario, soprattutto di molti consiglieri comunali ormai in pensione. Noi continuiamo a lavorare, ma sul futuro sono molto perplesso perché mi sembra ci sia un’incapacità politica di capire che le aree marginali sono una ricchezza».

Questa puntata di L’Unica Cuneo termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.

Ti consigliamo anche:

🌇 Caldo, pioggia e poco vento: vivere in città è sempre più difficile (da L’Unica Alessandria)

🍷 Perché l’Ue finanzia il vino sudafricano (da Pagella Politica)

🚨 I classici della truffa sono tornati, ma stavolta c’è di mezzo l’intelligenza artificiale (da Facta)