Solonghello è tra i comuni più ricchi d’Italia, ma è uno scherzo della statistica
Alessandria si racconta
Il 18 novembre si terrà il primo evento dal vivo de L’Unica: una serata dedicata alle storie della città, con il responsabile editoriale Guido Tiberga in dialogo con il professore di Storia del pensiero politico Giorgio Barberis.
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Quando è uscita la classifica, molti hanno creduto che qualcuno al Ministero dell’Economia e delle Finanze si fosse sbagliato. Altri hanno pensato a uno scherzo della statistica, che quando calcola la media tra chi mangia due polli e chi resta digiuno finisce per dire che tutti hanno mangiato un pollo a testa. Poi, visti i dati e valutata la situazione, hanno capito che era tutto vero. Il sindaco aveva parlato di una bella sorpresa ai cronisti di tutta Italia che gli chiedevano come si sentisse, dopo che Solonghello, il suo paese di appena 201 abitanti, era diventato il quarto comune più ricco d’Italia e il più ricco del Piemonte: più di Barolo, più di Alba, più delle cittadine sui colli intorno a Torino.
Solonghello, in effetti, più che di ricchezza trasmette un’immagine di serenità: si trova in una delle aree più panoramiche della provincia di Alessandria, sulle colline del Casalese, popolate di vigneti e cascine antiche, con stradine strette che si snodano tra le case in pietra. Il paese trasmette un senso di tranquillità e autenticità, lontano dal traffico e dal caos delle città, con panorami che si aprono sulle campagne circostanti e sul paesaggio vitivinicolo. Al centro del borgo spiccano la chiesa parrocchiale e alcune ville storiche, testimoni del passato rurale e signorile della zona.
Il sindaco è Mario Auritano, che alle elezioni del 2024 ha raccolto i consensi di 75 concittadini, più della metà dei votanti. Aveva due rivali, ma gli elettori si sono fidati di lui, che era già stato assessore e vicesindaco. Parlando con L’Unica, cerca una spiegazione alla classifica e la trova in una forma molto particolare di immigrazione, quella di chi lascia mestieri redditizi ma stressanti e va alla ricerca della bellezza e della tranquillità che la campagna sa dare a chi è già ricco di suo. Lui stesso – pugliese di San Giovanni Rotondo, il paese di Padre Pio – è arrivato da fuori: «Sì, ma io mi sono trasferito a Solonghello per amore», ha precisato. «Sono qui dal 1989, ormai sono più di trent’anni. Dopo il COVID, invece, molte persone hanno cominciato a cercare posti più isolati e tranquilli. Paesi piccoli come il nostro attraggono chi desidera vivere in un ambiente più sereno. Le colline morbide e il paesaggio contribuiscono a dare quell’immagine di pace che oggi è così ricercata».
I dati del Ministero dell’Economia
Solonghello si è scoperta ricca non solo di pace ma anche di denaro leggendo l’analisi pubblicata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) che ogni anno cerca di dare risposta a una domanda apparentemente semplice ma in realtà complessa: qual è il Comune con il reddito pro capite più alto? La risposta viene desunta dalle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF, elaborate su scala nazionale per monitorare l’economia reale dei territori.
Qualche mese fa, il Ministero ha pubblicato l’aggiornamento dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi 2024, riferite al periodo di imposta 2023. Da queste cifre emerge che Solonghello vanta una media annua di ben 46.582,89 euro pro capite, cifra che colloca il piccolo borgo ai vertici della graduatoria dei centri più agiati d’Italia: quarto, dietro a Portofino (Genova) con 94.505 euro, Lajatico (Pisa) con 61.980 euro e Basiglio (Milano) con 50.807 euro.
«Il primato economico è in gran parte dovuto al fatto che siamo pochi abitanti: basta poco per far cambiare le medie», ha spiegato il sindaco ora che l’attenzione mediatica è calata e il paese è tornato alla vita di sempre. C’è però un particolare: qui manca il super-ricco che trascina in alto la media degli altri. Tra i residenti di Portofino c’è Piersilvio Berlusconi, a Lajatico vive Andrea Bocelli, Basiglio è la sede di Banca Mediolanum. E qui? «Abbiamo tre aziende agricole, una è la mia e tre fabbriche che fanno da volano al territorio», ha detto ancora Auritano. Una produce caschi, una calcestruzzi. La terza lavorava per Bulgari e aveva sede nel castello che ha fatto la storia del paese.
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Il castello messo all’asta su “Sotheby’s”
Il castello – una “casaforte” del Trecento trasformata in residenza di campagna sul finire del XVIII secolo – è finito all’asta sul sito della casa d’asta “Sotheby’s” con una descrizione effettivamente degna di una dimora alla portata di pochi: «La residenza privata è una elegante casa colonica ristrutturata con finiture di pregio e attenzione ai dettagli: l’esterno dell’abitazione è caratterizzato dalla presenza di un ampio terrazzamento pavimentato in porfido rosso, contornato da alberi di ulivo che forma un ampio belvedere sulle note colline del basso Monferrato». La struttura apparteneva alla famiglia Crova, una delle dinastie immobiliari più antiche del Piemonte, che nei primi anni Duemila aveva ceduto a Bulgari la loro storica produzione di gioielli, il cui laboratorio era collocato all’interno del castello.
I nuovi proprietari, una riservatissima famiglia inglese, ha indubbiamente contribuito a fare alzare il reddito medio del paese. Come la coppia americana che ha acquistato “La locanda dell’arte”, un hotel a quattro stelle nato nel 2007 dalla ristrutturazione di quello che era stato un asilo per i bambini del paese, e una serie di cascine con l’intenzione di farne un agriturismo diffuso. Come i molti altri stranieri attirati dalla bellezza del paesaggio. «Negli ultimi anni – ha detto ancora il sindaco – sono arrivate molte persone nuove, e diverse case belle sono state vendute. Non tutto è avvenuto nello stesso momento, ma forse questa ondata di nuovi abitanti ha contribuito a far salire la media dei redditi».
Persone che pochi decenni fa nessuno avrebbe mai pensato di incontrare da queste parti. Tra i neo-residenti a Solonghello ci sono protagonisti del mondo dello spettacolo come la coppia di registi Jessica Woodworth, recentemente ospite del festival “Cinemambiente” a Torino, e Peter Brosens, e alcuni ex manager internazionali come Taso Andronikidis, già direttore finanziario del “Boston Children Hospital”. Tutti in cerca di un luogo sereno dove far crescere la famiglia, attirati qui dall’esperienza del “Village Forest School”, una scuola di ispirazione steineriana nata da qualche anno nel paese confinante di Montaldo Monferrato, dove il contatto con la natura è parte fondamentale del progetto educativo. «Dopo l’esperienza del lockdown – ha spiegato Andronikidis ai microfoni della Rai – volevamo crescere i nostri bambini in modo diverso, ci siamo trasferiti in Monferrato senza neanche averlo prima visitato», semplicemente consultando il sito web della scuola, diventata ormai del tutto internazionale.
L’altra faccia della medaglia
Dietro il titolo di “paese più ricco del Piemonte”, ottenuto grazie a pochi vip stanchi dello stress – ma con i mezzi necessari a cambiare davvero il ritmo di vita – si nasconde però la fragilità di una realtà piccola, dove è rimasto un solo negozio di alimentari, i servizi scarseggiano e l’amministrazione deve affrontare sfide quotidiane. «Lottiamo per creare nuovi servizi, ma non è semplice per un paese come il nostro», ha ammesso Auritano a L’Unica. E allora quanto conta la classifica del MEF? «Non so quanto possa durare questo primato», ha detto, lasciando capire che i numeri valgono fino a un certo punto e che un ritorno nelle retrovie della graduatoria non cambierebbe più di tanto le cose.
Solonghello oggi è simbolo di un nuovo equilibrio tra economia, territorio e qualità della vita, un esempio di come un borgo piccolo possa coniugare tradizione, bellezza paesaggistica e benessere economico. Meglio restare con i piedi per terra: «Noi continueremo a occuparci delle necessità di chi vive qui, cercando di mantenere viva la comunità, curando i servizi, promuovendo iniziative culturali e valorizzando le nostre bellezze naturali».
Dietro ai numeri e alle classifiche, il paese rimane soprattutto un luogo di persone e relazioni, dove la vita scorre lenta tra colline e vigneti, tra piccole piazze e case storiche. Un borgo che è diventato un caso attirando curiosità e attenzioni anche di chi vive lontano. È il borgo più ricco della regione, ma è anche una vera cartolina del Monferrato: un esempio di come i luoghi più piccoli possono sorprendere, raccontando storie di vita quotidiana e cambiamento, e ricordandoci che a volte la grandezza non si misura solo in numeri, ma anche in autenticità e qualità della vita. «Qui – ha concluso il sindaco – si vive bene». E allora cosa importa delle classifiche?
Questa puntata di L’Unica Alessandria termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.
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