Il sondaggio misterioso che agita il centrodestra
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«Sono disposto a querelare tutti quelli che pubblicano una notizia del genere». Allora non possiamo scriverne senza ritrovarci in tribunale? «Solo se dite chiaramente che non voglio essere messo in mezzo». Antonio Maconi, nel suo sfogo con L’Unica, è più che perentorio, e anche chi lo conosce da più tempo non ricorda una sua reazione così “intensa” con i giornalisti.
Ma qual è la «notizia» che ha tanto inquietato il direttore del Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione dell’azienda ospedaliero-universitaria SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, come da curriculum, in parole più semplici uno dei massimi dirigenti dell’azienda ospedaliera di Alessandria? La comparsa del suo nome in un sondaggio messo in cantiere dall’agenzia BiDiMedia – annunciato dal sito di informazione locale CorriereAl – dove si analizzeranno le chance di quattro potenziali candidati di centrodestra in un’eventuale sfida con il sindaco uscente Giorgio Abonante (PD) alle elezioni amministrative del 2027. Un’iniziativa che, prima ancora della pubblicazione dei risultati, ha già sollevato un discreto polverone nel piccolo, ma nervosissimo mondo della politica alessandrina.
Oltre a Maconi (che era già tra i papabili ai tempi della candidatura del leghista Gianfranco Cuttica, sindaco dal 2017 al 2022), il sondaggio ha tirato in ballo due Fratelli d’Italia – il capogruppo in Comune Emanuele Locci e il consigliere Fabrizio Priano, capo di gabinetto dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi – e gli altri due capigruppo dei partiti di opposizione a Palazzo Rosso, sede del municipio: Mattia Ruggero (Lega) e Davide Buzzi Langhi (Forza Italia).
Una corsa non ancora ufficiale, ma già affollata
Una cinquina di nomi che – a un anno e mezzo dal voto – va ad aggiungersi ai due già usciti sugli altri fronti. Il primo è quello dell’attuale numero due della giunta Giovanni Barosini, segretario provinciale di Azione, uno che studia da sindaco da più di dieci anni passando da una coalizione all’altra: assessore ai Lavori pubblici nel 2017 con la giunta Cuttica, poi dimissionario, poi candidato alle elezioni del 2022, poi alleato di Abonante non senza polemiche, ricavandone prima una contestata elezione a presidente del Consiglio comunale e infine la nomina a vicesindaco con il rimpasto dell’anno scorso. «Il mio sogno è diventare sindaco della città che mi ha accolto ormai 35 anni fa», aveva detto nel 2022. Un sogno mai abbandonato.
Il secondo è Claudio Perissinotto, l’ex presidente di AMAG, la multiservizi alessandrina da anni in affanno economico. Chiamato alla presidenza da Abonante, se n’era andato sbattendo la porta (ma adducendo diplomaticissimi «motivi personali») dopo che il sindaco gli aveva sfilato le deleghe operative. Qualche mese dopo aveva fondato un’associazione che – come raccontato da L’Unica – si era presentata con toni bellicosi: «Vogliamo raccogliere persone pronte ad aggredire il Palazzo». Dopo una prima riunione nei mesi scorsi, “Alessandria punto a capo” – questo il nome della creatura di Perissinotto – si prepara a un debutto in grande spolvero al teatro Alessandrino in novembre. Anche se, stando alle indiscrezioni, nelle fila degli “aggressori del Palazzo” mancherebbe ancora il nome di un possibile capolista.
Un sasso nello stagno della politica alessandrina
Il sondaggio di BiDiMedia ha avuto l’effetto di un sasso gettato in uno stagno già agitato di suo. Il primo bersaglio dell’iniziativa è il sindaco, visto che il questionario degli analisti – diffuso via social e mail – da un lato anticipa i possibili testa a testa del 2027, con domande del tipo: “Chi voteresti tra Abonante e Locci?”, “E tra Abonante e Maconi?”, e così via per tutti gli altri. Ma dall’altro allarga le domande all’operato della Giunta in carico su come il campo largo che governa la città (PD, Movimento Cinque Stelle, Azione) stia gestendo servizi, pulizia, sicurezza, politiche sociali, trasporti, fondi PNRR e viabilità.
L’esito, visti i malumori diffusi in città, rischia di non essere troppo soddisfacente. Tanto più che un’iniziativa analoga della stessa BiDiMedia, condotta a Torino per il sito Lo Spiffero, è stata pesantissima per il sindaco Stefano Lo Russo (PD), bocciato dal 60 per cento degli intervistati. Abonante, almeno ufficialmente, sembra aver reagito al sondaggio alessandrino con una scrollata di spalle. Contattato da L’Unica, il portavoce Nicola Mandirola ha dichiarato: «Il sindaco non ne sa nulla. Non sappiamo nemmeno chi ha commissionato l’indagine».
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Già, chi ha pagato i sondaggisti? La domanda attraversa la politica cittadina con un tasso di curiosità almeno pari a quello che attende i risultati, tanto più che BiDiMedia non è un soggetto sconosciuto sul territorio cittadino: nel 2022, ad esempio, aveva previsto il successo di Abonante contro Cuttica. Com’era intuibile, i vertici dell’agenzia tengono la bocca cucita. L’amministratore delegato Mauro De Donatis, rispondendo a L’Unica, è stato gentile ma categorico: «Come potete immaginare, il committente ha espresso il desiderio di rimanere riservato. Così come è riservato il contenuto del sondaggio. Eventualmente, se in futuro il committente decidesse di pubblicare qualcosa, vi contatteremo».
Le ipotesi off the record tra gli stessi protagonisti del sondaggio sono diverse e (a volte) fantasiose. Con L’Unica, Mattia Roggero, il capogruppo leghista, ha buttato la palla nell’altro campo: «Questo sondaggio lo ha voluto la sinistra». Perché? «Intanto perché una cosa del genere può costare anche 5 mila euro: e i partiti di centrodestra, ad Alessandria, questi soldi non li hanno. I democratici, invece, potrebbero anche aver pensato che ne valesse la pena. D’altra parte il giudizio degli elettori sul lavoro di Abonante interessa soprattutto a loro». Di parere opposto gli altri “candidati” da BiDiMedia: «È palesemente un’iniziativa che nasce nel centrodestra: siamo tutti politici d’area messi a confronto con Abonante», ha detto Fabrizio Priano, uno dei due meloniani coinvolti. «Ce lo siamo chiesti anche noi – ha aggiunto Davide Buzzi Langhi, il capogruppo di Forza Italia –. Ma non abbiamo idea di possa averlo commissionato».
Una curiosità. Sia Priano sia Buzzi Langhi sono figli d’arte. Il padre del primo, il socialista Giovanni Battista, è stato al vertice di Palazzo Rosso per qualche mese del 1992, al tramonto della Prima Repubblica. La madre del secondo, la leghista Francesca Calvo, è stata una dei sindaci più amati della città: la sola da quando c’è l’elezione diretta a essere confermata per il secondo mandato. Alessandria, dal 2007, potrebbe quindi vivere una sorta di dynasty amministrativa. Situazione peraltro non unica: ad Asti, il coordinatore provinciale di Forza Italia, l’uomo cui probabilmente spetterà l’ultima parola sul candidato di centrodestra (e che potrebbe anche candidare sé stesso) è Franco Galvagno, figlio di Giorgio, sindaco della città per Forza Italia dal 2007 al 2012. Sondaggi o no, in provincia, la politica è sempre una questione di famiglia (e di famiglie).
Verso un duello interno a Fratelli d’Italia
Per le scelte definitive, comunque, c’è tempo. Anche perché non tutto sarà deciso in loco, visto che nel 2027 gli elettori saranno chiamati alle urne anche in altre città: in Piemonte – oltre che ad Alessandria e ad Asti – si voterà anche a Cuneo, Novara e soprattutto Torino.
«Alessandria rientra in una dinamica elettorale più ampia. Le scelte matureranno da riflessioni politiche di coalizione. Per ora noi pensiamo a portare avanti l’opposizione sobria ma efficace che abbiamo fatto finora», ha confermato il capogruppo leghista Mattia Roggero. «Abbiano affrontato temi e iniziative su una linea comune e coesa, senza lanciare oggetti dai loggioni e senza interrompere le sedute del Consiglio [il riferimento è a episodi avvenuti quando il sindaco era Gianfranco Cuttica e il PD era all’opposizione, ndr]. L’obiettivo futuro è dare una scossa ad Alessandria, che è in grande difficoltà e in grande silenzio: le persone sono rassegnate, come la città. E sono disamorate della politica: come potrebbe essere altrimenti con un sindaco che prima delle elezioni dice “Mai con Barosini” e poi lo nomina suo vice?».
In Fratelli d’Italia, però, i nomi si fanno eccome. «Nel centrodestra siamo molto coesi e si dovrà ragionare a livello regionale», ha detto Emanuele Locci a L’Unica. «Ad Asti Forza Italia rivendica il candidato, qui noi dovremmo avere il nostro».
Ma chi? Fabrizio Priano o lo stesso Locci? Il secondo, 45 anni, nel partito dai tempi di Alleanza Nazionale, oltre a essere capogruppo ad Alessandria, collabora con il gruppo consiliare regionale e ha buoni contatti a Roma, dove lo si dice molto vicino a Giorgia Meloni. Il primo, 60 anni, è in Fratelli d’Italia da sei anni dopo aver ricoperto incarichi amministrativi per Forza Italia, è vicepresidente vicario della sezione provinciale, oltre che capo di gabinetto di Riboldi in Regione.
I due sembrano destinati a un duello. Locci si sente già candidato e con L’Unica taglia corto: «Nel partito si punta su di me». Priano la prende più da lontano, ma si lancia in considerazioni che sembrano già pronte per la campagna elettorale. «Io penso alla città, che nei prossimi anni avrà uno sviluppo paragonabile a quello degli anni Sessanta con la logistica e con il nuovo ospedale», ha detto. «Ma non solo: la Giunta ha già destinato alla logistica i 300 mila metri quadrati davanti al carcere di San Michele. Nel sobborgo di Spinetta Marengo dopo Amazon si stanno aspettando Pam e altri due capannoni. Alla zona industriale D3 arriverà MSC [la compagnia di Gianluigi Aponte, l’armatore da 100 miliardi di euro, il 44esimo uomo più ricco del mondo, ndr]. Lo smistamento ferroviario sarà un potenziale altissimo per la città che sta tornando a quella centralità che aveva quando portavo i pantaloni corti».
Parole da candidato? «Parole di chi ama la propria città», ha replicato. Un’altra frase che sembra pensata per una brochure da una campagna elettorale, ma farglielo notare è inutile. Priano sorvola e insiste. «A novembre dovrebbero partire i lavori per il campus universitario: medicina avrà 120 studenti, i 45 per fisioterapia sono già esauriti. Si calcola che ad Alessandria manchino 500 posti letto per gli studenti». E ancora: «Avremo il nuovo ospedale, un nuovo casello autostradale a Casalbagliano: Alessandria avrà quattro svincoli, neanche Milano li ha. Oggi tutti pensano a queste cose come se fossero separate l’una dall’altra, ma si deve vederle in modo complessivo come faremo con “Alessandria Futura”, la mia associazione». Un nome che sembra fatto apposta per una lista. «Soltanto il logo per un ciclo di conferenze sul futuro della città. Dimenticavo: la logistica porterà duemila posti di lavoro». Un’altra frase buona per la campagna che ancora non c’è. E manca ancora un anno e mezzo.
Questa puntata di L’Unica Alessandria termina qui. Se ti è piaciuta, condividila! E se pensi che ci sia una storia di cui dovremmo occuparci, faccelo sapere: ci trovi a info@lunica.email.
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