Ad Alessandria si vota tra due anni, ma le grandi manovre sono già cominciate

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente messaggio da parte del sindaco Maurizio Oddone, in proposito dell’episodio verificatosi in un ristorante e da noi riportato nello scorso numero di L’Unica Alessandria : «Mai e ripeto mai si è verificata una cosa del genere. Al contrario di quanto scrivete, questi non sono modi e risposte che mi appartengono».
«Pochi nemici, buona politica». «Vogliamo raccogliere un gruppo di persone che aggrediscano il Palazzo». La prima frase è uno dei mille aforismi di Giulio Andreotti, uno che di nemici ne aveva parecchi, protagonista per decenni di una politica sulla cui bontà si discute ancora oggi. La seconda è di Claudio Perissinotto, l’ex presidente che dopo essersi dimesso dall’AMAG – la multiutility dai bilanci non brillantissimi – ha di fatto lanciato il guanto di sfida al sindaco di Alessandria Giorgio Abonante, uno che di nemici se n’è fatti tanti. Forse non come Andreotti, ma quasi.
Perissinotto nel giugno scorso aveva lasciato la più grande municipalizzata della provincia con la classica motivazione di chi non vuole (o non può) dire come stanno davvero le cose. Ma quei “motivi personali” che aveva scritto nella lettera di dimissioni avevano il suono rumoroso di una porta che sbatteva sulla faccia del sindaco, che su quella poltrona lo aveva messo nel 2022, salvo poi sfilargli le deleghe operative tre mesi prima del divorzio. Una frattura che non poteva non avere strascichi politici: nelle elezioni che portarono il Partito Democratico di Abonante a riconquistare il Palazzo Rosso che ospita il municipio – occupato da cinque anni dal conte leghista Gianfranco Cuttica di Revigliasco – Perissinotto era stato il secondo più votato in una delle liste civiche di sostegno al sindaco.
L’associazione che guarda alla politica
Ora, nei rumors della politica alessandrina, che a due anni dalle nuove elezioni si sta già muovendo come un frullatore, il nome dell’ex manager di AMAG torna a essere affiancato al progetto di una lista civica. È il sostegno ad Abonante a essere svanito nel nulla. Deluso? «Basta guardare la città e si capisce che cosa abbia potuto deludermi. E attenzione: destra, sinistra, centro. Sono tutti uguali», ha detto in un’intervista a Il Piccolo, il settimanale che da cento anni racconta la città. Con L’Unica, Perissinotto va oltre: «Stiamo provando a fare qualcosa di diverso che non si è mai fatto in città», confida a margine di un convegno sull’ambiente che ha segnato il debutto di “Alessandria. Punto a capo”, l’associazione che ha fondato senza nascondere le ambizioni elettorali. «Forse non dovrei dirlo in questo modo – continua – ma vogliamo raccogliere un gruppo di persone che aggrediscano il Palazzo».
E allora vediamolo, questo apparentemente “normale” convegno, andato in scena giovedì 14 maggio nello storico centro sportivo intitolato a Don Stornini, il don Bosco alessandrino che un secolo fa aprì in città il primo oratorio per raccogliere i ragazzi dei quartieri popolari. Il titolo della serata recitava così: “Alessandria e ambiente, confronto aperto su qualità della vita, sostenibilità e salute per affrontare le fragilità”. «Vaghi cenni sull’universo», avrebbe commentato l’umorismo caustico di Ennio Flaiano. L’universo di un capoluogo di provincia con parecchi dossier aperti: il polo chimico e la battaglia contro i Pfas, i composti chimici che infestano il Tanaro; il traffico in centro città difficile da sfrattare; i timori opposti per le alluvioni o le crisi idriche dovute alla siccità; la qualità dell’aria sempre vicina all’allarme arancione; l’ospedale nuovo «che forse neppure i nostri nipoti riusciranno a vedere», come dice dal palco Fabio Tirelli, lo psicologo che ha portato in provincia l’organizzazione delle case di accoglienza per persone fragili.
L’attesa per la “lista”
Più che il palinsesto di oratori e argomenti – entrambi di tutto rispetto – a essere politicamente interessante era il parterre degli spettatori, una società composita di “portatori di interesse”: sindaci di paesi del circondario, notai, piccoli imprenditori, rappresentanti di altri partiti, ex consiglieri comunali di ogni colore e consiglieri comunali attuali, tutti di opposizione. Tutti qui più perché attirati dall’odore della “nuova lista” che dalla sincera preoccupazione per il futuro ecologico della città.
Il fondatore ha definito «evidente» la finalità elettorale di “Alessandria. Punto a capo”. E allora ecco piovere previsioni e indiscrezioni. Le liste da mettere in campo sarebbero addirittura tre, una principale e due messe lì a dragare i voti vaganti. Il candidato sindaco potrebbe essere una donna: forse Cristina Calvi, responsabile del servizio Contratti di fiume della Provincia e compagna di Perissinotto. «Assolutamente no», nega lei mentre smista le decine di persone che arrivano in sala. «Siamo qui per parlare di ambiente e della città».
Sarà, ma l’umore in sala e le parole raccolte in platea dicono tutt’altro, a partire dalla raccolta dei nomi dei partecipanti, che a molti sembra quasi un pretesto per creare un bacino di potenziali elettori, da contattare e conteggiare nei due anni che mancano all’apertura delle urne. «In sala ci sono le telecamere. La legge sulla privacy ci obbliga a raccogliere le liberatorie», spiega l’ex manager. Alle domande dirette parte lo slalom tra la prudenza e la voglia di dire. Chi sarà il candidato? Quante liste farete? «Voi parlate già di nomi e di liste. Io parlo solo di “Alessandria. Punto a capo”, un progetto che parte dai cittadini, dalle persone che sono qui. Lui per esempio è un impresario», taglia corto stringendo la mano a un piccolo imprenditore in coda per entrare. «Non mi aspettavo tanta gente così, però lo speravo. E un po’ dentro di me lo sapevo».
I numeri
Lo studio tecnico dell’ex presidente AMAG conta circa duemila contatti. Da lì, e dai partecipanti all’evento del Don Stornini, dovrebbe partire la lunga corsa che porterà la città al voto nel 2027. Più che una campagna elettorale, una maratona. Ma qual è il bacino di voti che “Alessandria. Punto e a capo” è pronta ad “aggredire”? Difficilmente il centrodestra, dove la Lega dovrebbe lasciare il posto da candidato sindaco a Emanuele Locci, attuale capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Rosso. Il passo indietro, più o meno spontaneo, della Lega sembra scontato: «In fondo loro hanno Tortona, Casale e Valenza. Adesso tocca a noi», prevedono i meloniani alessandrini, sicuri di avere ragione.
Il terreno di caccia, quindi, è dall’altra parte. E qui, a fare i conti con i numeri del 2022, il futuro di Abonante – ammesso che voglia ricandidarsi – sembra difficile. Tre anni fa, al primo turno, il sindaco aveva battuto Cuttica per meno di 600 voti. Il netto successo al ballottaggio era venuto anche per l’accordo con Giovanni Barosini, leader di Azione e attuale vicesindaco. Il bacino da cui pescare è lo stesso, ma gli ami lanciati in acqua sono sempre di più, alla lista (o alle liste) di Perissinotto potrebbe aggiungersi Sinistra Italiana, che ha appena inaugurato un circolo in città: «Un bel contenitore di gente giusta per fare un po’ di sinistra in città», dice Gianluca Spina, uno dei fondatori.
A complicare le cose, i rancori personali. Perché le fratture tra ex amici sono più insanabili che i contrasti tra avversari: Perissinotto potrebbe anche appoggiare un candidato di centrosinistra, ma – si dice da entrambe le parti – di sicuro non appoggerà mai Abonante. E allora per il sindaco la situazione si complica. «Pochi nemici, buona politica», diceva Andreotti. Ma se i nemici li hai in casa – e nel centrosinistra lo sanno bene – fare politica diventa difficile.
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